Parrocchia san Giovanni Battista - Borno

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cuntomela Natale 2024

Natale 2024

Carissimi,
Due doni per il Natale 2024
Fedeltà alla Messa domenicale
L’IMPORTANZA DEL CUORE Lettera enciclica Dilexit Nos
IL BATTESIMO: DONO E OPPORTUNITÀ La lettera pastorale del nostro vescovo
ABBIAMO CELEBRATO... Almanacco delle comunità
Il noi degli sposi
In ricordo di FRA MICHELE
È bello essere qui!
La BIBBIA: Atti degli Apostoli
Le VIRTÙ CARDINALI: la Fortezza
Giustizia e pace si baceranno LA PAGINA DEL SALMO
Beati felici... o malmostosi
Per chi suona la campana 1824-2024
Sul campanile di Borno
Credo nella risurrezione della carne e nella vita eterna
Il Natale dei nostri anziani
La storia degli Angeli Custodi della Chiesetta di San Carlo
Il nostro “Dream Team”
Voci dalla Concarena…
Notizie e auguri da Villa Mozart
Venti anni in viaggio con il Centro Anziani
Sulle tracce del Cammino Santiago De Compostela 26 agosto - 3 settembre 2024
Santa Maria di Campagna Pellegrinaggio a Piacenza 11 ottobre 2024
Il Consultorio saluta don Mario Bonomi
Battesimi
Prepararsi alla vita...
Morti in Cristo
In ricordo di Peppino Fiora...


Cuntomela Natale 2024 Cuntomela Natale 2024


Carissimi,

lascio che sia la Parola – quella con P maiuscola – a guidare me e voi in questi giorni così speciali per la nostra fede. Allo stesso modo lascio che sia la parola di papa Montini (san Paolo VI), così attuale seppur scritta più di cinquant’anni fa. E vi lascio la preghiera del Giubileo che ci accompagnerà per tutto l’anno nuovo che verrà!

Buon Natale!

Il vostro don Paolo

Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.
C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 
Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 
E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.

(Lc 2, 6-16)

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto
di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto
per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi...

(Gv 1-14)

Cuntomela Natale 2024

SOLENNITÀ DEL SANTO NATALE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
OMELIA DI PAOLO VI
Martedì, 25 dicembre 1973

Ecco, Fratelli di questa Chiesa Romana!
Ecco, Fratelli dell’intera Chiesa cattolica... Ecco, Fratelli del mondo intero... Ecco il vaticinio angelico che noi questa notte vi ripetiamo: È venuto! È venuto! È venuto! Chi è venuto? È venuto, è nato oggi per noi un Salvatore! Il Salvatore, Cristo Signore! Colui che i secoli hanno atteso, e le generazioni tutte, a modo loro, hanno preconizzato! È venuto il primogenito, l’autentico Figlio dell’uomo. È venuto il vero Fratello d’ogni essere umano. Si chiama Gesù, che vuol dire Salvatore. È venuto il Messia, Colui che decide dei destini del mondo. Ecco: «ci è nato un bambino, ci è stato dato un figlio; e il principato è stato posto sulle sue spalle, e sarà chiamato ammirabile, consigliere, Dio, forte, padre del secolo che verrà, principe della pace» (Is. 9, 6). Così lo annunciò il Profeta. Tremano le mie labbra; perché il suo vero «nome è Emmanuel, che significa: Dio con noi». Egli non è soltanto il Figlio dell’uomo, per eccellenza; Egli è il Figlio unigenito del Dio vivente. Sì, perché Egli è il Verbo stesso di Dio, Dio lui stesso, il quale si è fatto carne, e sta con noi, uomo come noi, uomo-Dio per noi.
Quando è venuto? dove è venuto?
Oh! voi lo sapete. È venuto al tempo del primo Imperatore Romano Cesare Augusto (lo abbiamo appreso adesso dalla lettura del Vangelo) venti secoli fa; è venuto nella storia, è venuto nel tempo, quando l’orologio divino dei destini umani segnava l’ora della pienezza (Gal. 4, 4); è venuto per fissare il punto focale degli avvenimenti religiosi, che danno senso all’esistenza dell’umanità.
Dove? Chi non lo sa? a Bethlehem; in un umilissimo ospitale presepio, accanto a quel minimo-grande paese, sul quale già posava la profezia della privilegiata elezione messianica, e al quale oggi convergono i cuori incantati dei nostri fanciulli, con quelli pensosi di tutti i cristiani con voti di pace. [...]
È venuto per via di generazione umana: il Figlio di Dio è diventato insieme Figlio dell’uomo, perché nato, per virtù dello Spirito Santo, dal seno d’una Donna, una Vergine sempre Vergine, ma eletta alla missione privilegiata della Donna, la maternità; così Maria, la piena di grazia, - inchiniamoci tutti con beata commozione! - è diventata la madre di Cristo, la Madre di Dio!
È venuto bambino; è venuto fanciullo, è venuto operaio; è venuto maestro; è venuto profeta; è venuto re del Popolo di Dio; è venuto Redentore per assumere sopra di sé tutti i peccati del mondo, vittima in nostra vece, agnello di Dio per l’umanità; è venuto per la vita e per la risurrezione dell’uomo, Alfa ed Omega dell’universo; è venuto per fare di noi dei figli di Dio. [...]
Ciascuno di noi può dire, deve dire: «è venuto per me!» (Cfr. Gal. 2, 20). Per me! Che nessuno pensi d’avere celebrato bene il Natale, se non s’è sentito investito e quasi folgorato da questa sempre nuova scoperta: Egli è venuto per me! La carità di Cristo mi colpisce e m’incalza (Cfr. 2 Cor. 5, 14); ciascuno deve dire e sentire in se stesso: io, io sono amato da Cristo!
Chi sperimenta in qualche misura questa inebriante e ormai solare verità natalizia, ritornando alla propria casa e alle proprie cose, sentirà nascere nel proprio cuore un canto spontaneo, il canto di questa festività: Gloria a Dio! e pace in terra! Un canto d’amore divino, il canto di Natale.


Preghiera del Giubileo

Padre che sei nei cieli,
la fede che ci hai donato nel
tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello,
e la fiamma di carità
effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo,
ridestino in noi, la beata speranza
per l’avvento del tuo Regno.
La tua grazia ci trasformi
in coltivatori operosi dei semi evangelici
che lievitino l’umanità e il cosmo,
nell’attesa fiduciosa
dei cieli nuovi e della terra nuova,
quando vinte le potenze del Male,
si manifesterà per sempre la tua gloria.
La grazia del Giubileo
ravvivi in noi Pellegrini di Speranza,
l’anelito verso i beni celesti
e riversi sul mondo intero
la gioia e la pace
del nostro Redentore.
A te Dio benedetto in eterno
sia lode e gloria nei secoli. Amen

Cuntomela Natale 2024


Due doni per il Natale 2024

Don Raffaele

È NATALE! BUON NATALE! Come sempre qualcuno (tanti) si fermano al panettone e ai regali, altri (pochi) cercano di cogliere il vero messaggio del Natale, il Natale cristiano, che ci dice ancora che il nostro Dio 2024 anni fa è entrato nella nostra storia e ci sta nonostante sia una storia non troppo bella.

Questo è il MISTERO del Natale che vogliamo vivere anche in questo anno 2024. Vogliamo chiedere a Gesù che ci porti due doni grandi, essenziali, unici, che non si consumano come gli addobbi natalizi: la SPERANZA e la PACE!

LA SPERANZA

È il tema del prossimo Giubileo o Anno Santo del 2025.

Verrà aperto solennemente la notte di Natale il 24 dicembre a Roma in san Pietro da Papa Francesco. Se il Giubileo del 2000 vedeva al centro Cristo ieri, oggi e sempre come il perno della storia umana che continua di millennio in millennio, per il 2025 il Papa ha scelto un tema che mi sembra quanto mai adatto: la speranza! Noi viviamo in un mondo che ha perso la speranza e che non vive la speranza. Specialmente nella nostra Europa e in Italia manca la speranza. Non abbiamo futuro perché la nostra vita è piegata sul presente. Si pensa all'oggi, si pensa a se stessi, si cerca di vivere in modo egoista al meglio, e quelli che verranno dopo di noi – sempre più pochi – si arrangeranno.

L'unico tema che tiene banco da noi è quello economico: il governo pensa solo all'economia e si vanta dei risultati economici, se ci sono. Le famiglie e le persone sono preoccupate del denaro, del fatto che non si arriva alla fine del mese, dei milioni di persone che vivono in povertà assoluta (non ho ancora capito bene cosa voglia dire ma mi informerò).

Non c'è speranza di apertura al mondo spirituale, ai valori veri, non si sogna il futuro. Non abbiamo più bambini! Certo ci sono le difficoltà economiche ma alla radice c'è un profondo egoismo. La donna oggi gira con in braccio un cagnolino, non un bambino. Mi auguro che il Natale porti sotto l'albero il dono della speranza e non solo i soliti ninnoli o panettoni. Perché è la speranza la virtù che ci aiuta a vivere ogni giorno, a continuare a costruire il mondo, a pensare che la vita non è tutta qui. Noi cristiani siamo aperti alla speranza della vita eterna.

LA PACE

Da 2024 anni la notte santa riascoltiamo, nel Vangelo di Luca, il coro degli Angeli che annunciano ai pastori: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e PACE in terra agli uomini amati dal Signore!"

Cuntomela Natale 2024

Anche quest’anno sentiremo queste parole e anche quest'anno qualcuno dirà che noi cristiani siamo degli illusi che aspettano una cosa impossibile. Ma anche quest'anno diremo che il Vangelo è Vangelo, cioè Buona Notizia, e in questo mondo non in pace abbiamo bisogno di una buona notizia. Dopo due guerre mondiali che hanno distrutto l'Europa in tutti i sensi, si pensava che la guerra fosse dimenticata. Si sono create anche delle istituzioni – pensiamo all'ONU – che impedissero il sorgere di nuove guerre. Certo non abbiamo più avuto per fortuna un'altra guerra mondiale. Ma come dice Papa Francesco ogni giorno si combatte nel mondo quella che Lui definisce la terza guerra mondiale a pezzetti.

Sono tanti, almeno 35, i conflitti che tormentano l'umanità; fanno notizia soprattutto la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, ma in tanti paesi del mondo si combattono delle guerre magari tra fratelli, per i motivi più disparati. Il mercato più fiorente, che non ha mai conosciuto crisi e aumenta ogni giorno, è il mercato delle armi.

Pensiamo a quanta intelligenza dell’uomo viene messa non al servizio della vita per risolvere i vari problemi della nostra umanità ma per costruire nuove armi, sempre più intelligenti, sempre più distruttive, sempre più vicini al dramma della guerra nucleare che potrebbe porre fine all'umanità intera.

Spendiamo miliardi di dollari per le armi mentre abbiamo milioni di persone che muoiono di fame e tantissimi che la soffrono.

A volte penso a Dio seduto sul suo trono che guarda la terra sconsolato; lo penso addolorato per le tante sofferenze del mondo. Ma a volte immagino anche che si metta a ridere per la nostra stupidità vedendo che gli uomini sono come dei bambini che litigano per le caramelle e si chieda: “Ma proprio io ho creato questi uomini e donne così stupidi?”

Ebbene, sostenuti dalla speranza vogliamo richiedere e ricostruire la pace che è dono di Dio, un dono grande e sicuro perché lui ci ama, ma anche un impegno da accogliere e vivere giorno per giorno.

Vi auguro, a nome di tutti i sacerdoti delle nostre comunità, un sereno Natale di pace, un Natale che ci riempia di speranza perché Dio ci ama sempre!

Cuntomela Natale 2024


Fedeltà alla Messa domenicale

Card. Giovanni Battista Re

La Messa domenicale è un pilastro fondamentale della vita cristiana e deve essere il cuore di ogni domenica.

Purtroppo viviamo in un tempo in cui la pratica religiosa domenicale si è affievolita, e quello che più preoccupa è che si sono diffuse una mentalità e una cultura che portano a considerare la domenica solamente un giorno di riposo, di svago e di divertimento. Quando però la domenica perde il suo fondamentale significato di “giorno del Signore” e si trasforma soltanto in weekend, si rimane prigionieri di un orizzonte terreno che non lascia più guardare al cielo.

La domenica va intesa nel suo grande significato di giorno del Signore da onorare innanzitutto partecipando alla Messa, altrimenti rimane vuota di Dio.

La Messa domenicale, per un cristiano, rappresenta il respiro dell’anima; essa è la sorgente dalla quale attingere forza e speranza per affrontare gli impegni ed i problemi della settimana, per cui il non andare a Messa la domenica rende la settimana senza sole e senza aria.

Dobbiamo recuperare e custodire la centralità della domenica nella vita cristiana. Papa Giovanni Paolo II ha scritto: "E' di capitale importanza che ciascun fedele si convinca di non poter vivere la sua fede senza prendere regolarmente parte all'assemblea dell'Eucaristia domenicale". (Dies Domini, n. 81)

Già all’inizio del II sec. d. C., sant’Ignazio di Antiochia, spiegando chi erano i cristiani, diceva che i cristiani sono coloro che la domenica attingono luce e forza per la loro vita dalla partecipazione alla “frazione del pane eucaristico”, cioè dal partecipare alla messa.

Lo stesso insegnamento ci viene dai martiri di Abitene: nel 302-303 d. C, quindi 1700 anni fa, l’imperatore Diocleziano iniziò una grande persecuzione dei cristiani, dopo una quarantina di anni di pace dal punto di vista religioso. Durante questa persecuzione, tra le norme imposte c’era anche quella che proibiva ai cristiani di riunirsi per celebrare la messa.

Ad Abitene – in Africa del Nord, nell’attuale Tunisia – trentanove cristiani si riunirono, con un sacerdote, in una casa per partecipare alla Messa. Siamo all’inizio del IV secolo e soltanto una decina di anni dopo, cioè dopo la vittoria di Costantino e “l’editto di Milano” (313), si incominciarono a costruire le chiese.

Mentre la celebrazione della Messa era in corso, quei 39 cristiani furono arrestati e portati in prigione a Cartagine.

Al processo il giudice domandò: “Perché avete disobbedito all’imperatore e vi siete riuniti per celebrare questo vostro rito?”.

Cuntomela Natale 2024

Uno di loro si alzò e disse: “Perché noi cristiani senza la Messa non possiamo vivere. Per noi la Messa domenicale è qualcosa che fa parte della nostra identità cristiana ed è da lì che noi attingiamo la luce e la forza di cui abbiamo bisogno per essere sia buoni cristiani che buoni cittadini”.

Ecco qual era la persuasione profonda di quei cristiani e quale grande esempio e insegnamento trasmettono a noi!

Non si può vivere la fede senza partecipare abitualmente alla Messa domenicale, sacrificio di redenzione, banchetto comune della Parola di Dio e del Pane eucaristico. La fede di molte persone è legata alla fedeltà all’obbligo della messa domenicale, senza la quale la fede viene diminuita e poi soffocata.

Nella prima parte della Messa c’è l’incontro con la Parola di Dio, per cui la Messa diventa anche scuola di verità, scuola in cui impariamo quelle verità che sono via al cielo e che a volte siamo tentati di dimenticare, ma che è saggezza ascoltare.

Al centro della Messa c’è l’incontro con Cristo, nostro Salvatore, che per noi è morto in Croce e che si dona a noi, realmente presente nell’Eucaristia.

La fedeltà alla Messa domenicale è un’esigenza iscritta nel profondo dell’esistenza cristiana ed è condizione per poter vivere da buoni cristiani. Essa genera un dinamismo cristiano che poi porta a guardare al cielo senza dimenticare le nostre responsabilità su questa terra, ed a vedere le questioni terrene nella prospettiva della vita eterna, che ci attende al termine dei nostri giorni.

Auguro cordialmente che il Natale risvegli nei cuori il serio impegno di andare a Messa ogni domenica e nelle solennità religiose.

Cuntomela Natale 2024


L’IMPORTANZA DEL CUORE
Lettera enciclica Dilexit Nos

«Per carnevale, quando eravamo bambini, la nonna ci faceva delle frittelle, ed era una pasta molto sottile quella che faceva. Poi la buttava nell’olio e quella pasta si gonfiava, si gonfiava… E quando noi incominciavamo a mangiarla, era vuota. Quelle frittelle in dialetto si chiamavano “bugie”. Ed era proprio la nonna che ci spiegava il motivo: “Queste frittelle sono come le bugie, sembrano grandi, ma non hanno niente dentro, non c’è niente di vero, non c’è niente di sostanza”» (p. 6)

A cura della redazione

- GESTI E PAROLE D’AMORE
- QUESTO È IL CUORE CHE HA TANTO AMATO
- L’AMORE CHE DÀ DA BERE
- AMORE PER AMORE

Sono questi i titoli dei capitoli che suddividono i 220 paragrafi della nuova Enciclica di Papa Francesco Dilexit Nos, “Ci ha amati”. Tenendo sempre in primo piano Gesù con i suoi sguardi, le sue azioni, i suoi gesti di tenerezza, di sensibilità, di un amore pienamente umano e, proprio per questo, pienamente divino, il santo padre passa continuamente dalla Bibbia, ai Padri della Chiesa e poi ai santi che si sono susseguiti nella storia, fino al magistero degli ultimi suoi predecessori, per rileggere come quella al Sacro Cuore – sviluppata due secoli fa per ispirazione di Santa Margherita Maria Alacoque - non sia una devozione di pietà popolare fra le tante. Essa ci richiama l’essenziale della nostra fede, ci ricorda che Dio ci ama di vero cuore, che Gesù è morto e risorto per donarci quella vita in abbondanza, che la nostra sete di vero, di bene, di infinito può essere colmata solo abbeverandoci al suo cuore che desidera solo di amarci.

Ed è proprio per questo suo amore donatoci gratuitamente, che anche noi possiamo amare gli altri con la stessa sensibilità, con la sua stessa attenzione e passione.

Nella Bibbia troviamo anche il Cantico dei cantici. Nonostante le molte interpretazioni e allegorie che possiamo attribuire a questo breve testo, di fatto rimane una poesia erotica che esalta l’innamoramento, i profumi della natura, tutto ciò che è carnale e sensibile. Sarà forse una lettura un po’ ardita, ma l’Enciclica sembra suggerirci che in fondo anche quello di Gesù (e di Dio) è un amore molto passionale e concreto, tenace come (e più) della morte per citare ancora il Cantico. Il Papa infatti ci parla di un triplice amore di Gesù: divino infinito, spiritualmente umano e amore sensibile. (p. 44)

Sempre su questa scia il documento ricorda come questa devozione al Sacro Cuore e all’Eucarestia abbia contribuito a smorzare i rigori del Gianseismo: una corrente di pensiero che guardava dall’alto in basso tutto ciò che era umano, affettivo, corporeo… (p. 86); la stessa che anche nelle nostre vallate e nei nostri paesi lombardi ha influito non poco su una certa mentalità esasperatamente moralistica, in cui la fede non era più buona notizia, ma prima di tutto evidenza che quasi tutto era peccato, dell’uomo peccatore che doveva lottare ogni giorno per liberarsi da solo dai propri peccati.

Cuntomela Natale 2024

Anche quest’ultima Enciclica di Papa Francesco merita di essere letta dall’inizio alla fine e in un pomeriggio lo possiamo fare.

La parte più gustosa del documento forse, però, è proprio il primo capitolo in cui siamo invitati a riscoprire l’importanza del cuore inteso come centro che unisce pensiero, desiderio, sentimento, amore ed azione. In una società liquida in cui si naviga sempre in superficie, si passa continuamente da un’idea all’altra senza avere un “centro di gravità permanente” come cantava Battiato, in cui – nei paesi materialmente ricchi – ci si stordisce con un consumismo fine a se stesso, dobbiamo davvero recuperare e puntare di nuovo al cuore, al senso profondo e concreto di ciò che viviamo.

Notevole anche quanto il Papa ricorda al paragrafo 16, citando Heidegger: la filosofia (e secondo noi possiamo aggiungere pure la scienza, il pensiero scientifico) non inizia con un concetto puro o con una certezza, ma con una scossa emotiva: «Il pensare dev’essere stato scosso emotivamente prima di lavorare con i concetti o mentre li lavora. Senza un’emozione profonda il pensare non può iniziare».

Senza un cuore, inteso nel senso classico e biblico del termine, che pulsa e unifica anche noi rischiamo di essere come le frittelle: pretendiamo di essere grandi, ma dentro non abbiamo e non sentiamo niente di vero, niente di sostanzioso.

Con questa Enciclica Papa Francesco, in una cultura sempre più ripiegata sul razionalismo e in cui si pretende di ridurre tutto ad un arido algoritmo, ci invita a riscoprire il cuore, la poesia della vita. Guardare, ascoltare e parlare con il cuore in mano non è rifugiarsi in un vago e astratto sentimentalismo; è riscoprire nel concreto di ogni giorno il bello, il buono che vive dentro e intorno a noi.

Cuntomela Natale 2024


IL BATTESIMO: DONO E OPPORTUNITÀ
La lettera pastorale del nostro vescovo

Emilia Pennacchio

In un periodo piuttosto complicato come quello che sta vivendo la Chiesa in questi anni, parlare di dono e opportunità in relazione ad un sacramento può apparire quantomeno anacronistico.

Così è apparso a me, appena don Paolo mi ha dato in mano la lettera pastorale del vescovo da leggere.

“Un’altra catechesi lontana dalla quotidianità” ho pensato storcendo il naso.

Quanto ero fuori strada! Con grande semplicità e chiarezza – tipiche di quei divulgatori che hanno contezza della materia di cui parlano – il vescovo ha risposto a sei domande che si potrebbero porre allo stesso modo, scrive, “sia a chi è distante dalla Chiesa o professa un’altra religione, ma anche a chi si considera a pieno titolo cristiano cattolico. C’è un’esigenza di chiarezza e consapevolezza che accomuna tutti. Vorrei allora provare ad affrontarle, cercando di condividere il mio personale convincimento che il Battesimo cristiano sia una benedizione per chi lo riceve.”

Credo che tutti, chi più chi meno, almeno un paio di queste domande se l’è poste. E magari qualcuno ha fatto come me tentando, in base alle proprie convinzioni, di dare una risposta. Anche io ci ho provato: beh, non convincevo nemmeno me stessa mentre tentavo di dare forma a una possibile “risposta”!

E così ho affrontato la lettura con una certa curiosità che via via, è diventata catechesi. Un modo cioè, per riappropriarmi dei valori profondi della fede che per tanti motivi oggi tendiamo a vivere come un’abitudine, una ritualità che ci appartiene perché ci siamo cresciuti dentro o, quando ci trema la terra sotto i piedi, come una sorta di confort zone.

Per questo vi invito a leggerla: chi è lontano dalla Chiesa si convincerà che dentro il Battesimo non si palesa solo una ritualità simbolica. Il suo senso profondo è dentro la Storia e dentro il Mistero di Cristo morto e Risorto per tutti gli uomini. E per noi, che ci professiamo cristiani, è davvero l’occasione per riscoprire la bellezza della libertà della nostra fede e di quanto Dio ci ami, nonostante tutto!

Cuntomela Natale 2024


ABBIAMO CELEBRATO...
Almanacco delle comunità

Domenica 4 Agosto
Festa degli Alpini a Borno – Al mattino S. Messa presieduta da S.E. Card. Giovanni Battista Re.
Festa di Sant’Antonio da Padova Patrono di Sucinva di Lozio – Al mattino S. Messa e processione con la statua del Santo portata dagli Alpini di Lozio.

Martedì 6 Agosto
Serata di musica con il coro “Amici del Canto” a Borno in chiesa parrocchiale.

Mercoledì 7 Agosto
A Borno in chiesa parrocchiale. Serata di musica con Lina Uinskyte al Violino e Marco Ruggeri all’Organo.

Mercoledì 9 Agosto
FESTA DI SAN FERMO – Al mattino S. Messa presso la chiesetta di San Fermo.

Cuntomela Natale 2024

Sabato 10 Agosto
Nella chiesetta campestre di San Fiorino Serata di musica “Il Sacro nella Musica Nera” con il quintetto J & The Four.

12/13/14 agosto
GIORNATE EUCARISTICHE a Borno – Al mattino S. Messa ed esposizione del santissimo. La sera S. Messa solenne e Benedizione.

Mercoledì 14 Agosto
Serata di musica 2ª ed. “Dies Natali Mariae Elevazione spirituale”. La Riflessione è stata condotta da Padre Massimo Taglietti, del Convento dei frati minori, Cappuccini di Lovere. Con la partecipazione musicale della S.C. Laeti Cantores, oboista Giorgia Fumagalli, organista Daniele Ferrari.

Giovedì 15 Agosto
SOLENNITÀ DELL’ASSUNZIONE DELLA B. V. MARIA
- a Borno S. Messa presieduta da S.E. Card. Giovanni Battista Re.
- a Laveno di Lozio festa patronale di Santa Maria Assunta, S. Messa animata da “I Musicanti” e processione.

Venerdì 16 Agosto
A Ossimo Inferiore al mattino S. Messa in onore di San Rocco, Adorazione Eucaristica. La sera S. Messa e Benedizione.

Cuntomela Natale 2024

Sabato 17 e Giovedì 22 Agosto
Serate di musica con il coro “Borno d’Incanto” in chiesa parrocchiale a Borno e a Ossimo Superiore.

Mercoledì 11 Settembre
Al mattino S. Messa per l’inizio dell’Anno scolastico a Borno e Ossimo Inferiore.

Giovedì 26 Settembre
Santa Messa in onore dei Santi Medici presso la chiesetta dei santi Cosma e Damiano, accanto al santuario dell'Annunciata.

Domenica 29 Settembre
FESTA PATRONALE DEI SANTI COSMA E DAMIANO a OSSIMO INFERIORE – S. Messa solenne presieduta da don Raffaele Alberti, che quest’anno ha festeggiato 50 anni di sacerdozio. Abbiamo ricordato nella preghiera anche suor Eurosia Franzoni, che quest’anno ha festeggiato 60 anni di professione religiosa. La messa è stata animata dal coro “I Musicanti” di Lozio.

Venerdì 4 Ottobre
FESTA DI S. FRANCESCO D’ASSISI e anniversario di Sedulzo. Al pomeriggio S. Messa alla Santella di Sedulzo in Borno.

Cuntomela Natale 2024

Domenica 6 Ottobre
Nella festa della Madonna del Rosario durante la santa Messa del mattino a Borno è stato consegnato il MANDATO AI CATECHISTI per l’inizio del nuovo anno di Iniziazione Cristiana 2024/2025.

Dal 6 al 12 Ottobre
SETTIMANA MARIANA E INIZIO DELL’ANNO PASTORALE Inizio del nuovo Anno Pastorale sotto la protezione di Maria. Nella S. Messa feriale è stata proposta una riflessione sulla figura della Vergine Maria. Per tutto il mese di ottobre è stato proposto il pio esercizio del Rosario.

Giovedì 10 Ottobre
in oratorio a Borno incontro per presentare il Giubileo del 2025 e il Cammino Giubilare che si terrà nelle nostre parrocchie.

Domenica 27 Ottobre
ANNIVERSARIO DELLA DEDICAZIONE DELLE CHIESE PARROCCHIALI – Nell’ultima domenica del mese dedicato a Maria Regina del Santo Rosario, abbiamo celebrato la S. Messa nella chiesa parrocchiale di Borno con il ricordo degli Anniversari di matrimonio e il 50° di professione religiosa di Suor Silvana Gheza.

Martedì 1 Novembre
GIORNATA MONDIALE DELLA SANTIFICAZIONE UNIVERSALE S. Messa al cimitero a Borno presieduta da S.E. Card. Giovanni Battista Re. Durante l’Ottavario S. Messe ai cimiteri e Commemorazioni del 4 novembre a Borno e a Ossimo.

Cuntomela Natale 2024

Sabato 9 Novembre
Per la Giornata del Seminario S. Messa a Borno e in Oratorio incontro dei ragazzi con i Seminaristi.

Domenica 10 Novembre
Nella 74ª Giornata nazionale del ringraziamento Consegna del Vangelo ai bambini del secondo anno di I.C.

Domenica 24 Novembre
Nella santa Messa del mattino:
- Consegna del Padre Nostro ai bambini del terzo anno di I.C.
- Festa di Santa Cecilia con i cori di Borno e la Banda Musicale S. Cecilia.

Domenica 1 Dicembre
GIORNATA DEL PANE BENEDETTO a sostegno della Caritas Diocesana.

Sabato 7 Dicembre
FESTA DI S. BARBARA a Ossimo Inferiore. Alla sera S. Messa solenne in onore di Santa Barbara. A seguire processione e rientro in Chiesa per la benedizione solenne.

Cuntomela Natale 2024


Il noi degli sposi

Don Mario Bonomi

Il bene comune non è mai una semplice addizione, ma una moltiplicazione. L’unione non è per la forza, perché la comunione è già il fine. Non ci si mette insieme per ottenere risultati migliori e per raggiungere gli obiettivi prima e meglio, ma perché senza “te” non vale la pena fare nulla. Questo si può affermare sia per la società, sia per la sua prima cellula, che è la famiglia (intesa in senso cristiano).

Senza essere troppo tecnici azzardiamo un paragone: i frati e le suore con la loro professione emettono i voti di castità, povertà e obbedienza.

Seppure non in modo esplicito, i tre voti sono riscontrabili anche per gli sposi?

Essi stessi sono stati consacrati nella celebrazione del Sacramento del Matrimonio. I religiosi rimettono la loro vita nelle mani di un superiore, e quindi si offrono a Dio, come segno e strumento del Suo Amore eterno.

Gli sposi ugualmente, consegnandosi l’uno nella vita dell’altra, si consacrano a Dio, e sono Sacramento dell’unione di Cristo e della Chiesa. Ma chi è il superiore nella coppia? A chi, sposa e sposo, devono obbedire?

Molto semplicemente la loro unione, immagine della Trinità, risponde direttamente al “Noi” di coppia e indirettamente alla Chiesa e a Cristo, capo della Chiesa.

È come se gli sposi dovessero sempre avere come riferimento il “Noi”, nella castità, nella povertà e nell’obbedienza. L’andare a prendere l’aperitivo tutte le sere fa bene al “Noi” di coppia? Se fa male non si fa.

L’intrattenersi con il collega tutti i giorni; il soffermarsi e coltivare nel cuore immagini, parole che non sono di mia moglie o di mio marito; il concentrarsi esclusivamente sui figli; il comprare la moto; la telefonata quotidiana alla mamma; l’essere eleganti solo per l’ufficio; il correre continuamente per impegni; non dedicarsi degli spazi anche spirituali… fa bene al “Noi” di coppia? Se fa bene si fa, altrimenti si evita.

Molto di più per educare un bambino, per farlo respirare, per far ardere la candela, che gli è stata consegnata nel Battesimo (simbolo sia della fede, sia della vita bella e piena come quella di Gesù), si ha bisogno, oserei dire quasi esclusivamente, del “Noi” di coppia.

È il primo e più efficace tutor al quale affidare la crescita sana dei propri figli. Esso, il “Noi” di coppia, agisce anche quando papà e mamma non sono presenti: è l’ossigeno che fa respirare e non soffoca la prole. Mai forse come oggi ce n’è bisogno.

Riscopriamo allora i consigli evangelici (povertà, castità e obbedienza) in chiave matrimoniale.

Certamente il superiore Noi, a volte potrà essere esigente, ma sicuramente, permettendoci di individuare le scelte migliori da attuare, ci porterà un benessere inaspettato e la gioia di essere famiglia, società e comunità.

Cuntomela Natale 2024

Nella famiglia, tu ed io, diventiamo meravigliosamente noi, uniti intensamente, per supportarci ed aiutarci a tener sempre più viva la nostra scintilla divina, valorizzando così la singolarità di ogni persona, che supportata ed onorata può diventare ogni giorno più forte ed evoluta. Uno specchio l’uno per l’altro, per un magico gioco d’evoluzione! Quindi... tu ed io o noi? Noi per un tu ed io più forti!
- Simona

La famiglia io la vedo come un noi che esiste ogni giorno grazie allo "stare e crescere insieme" di un "tu ed io" pregi e difetti inclusi. Collaborare nella quotidianità, sostenersi, confrontarsi, gioire insieme, ascoltarsi... creano e rafforzano un noi tutto da vivere.
- Giada

È difficile oggi dare un'univoca definizione di famiglia...in un tempo in cui spesso lavorano sia i papà che le mamme e in cui si è sempre di corsa, a volte le ragioni dell' io e del tu prevalgono su quelle del noi e le cose possono andare storte. Ma quando ci si prende cura del 'noi' è come un abbraccio...bello fatto con un braccio solo, ma con due è tutto un altro amore!
- Annalisa

Cuntomela Natale 2024
Cuntomela Natale 2024

Figlia sorella moglie mamma...

Marta Baisotti

Ci avviciniamo al Natale e immancabilmente appare nei nostri pensieri l'immagine di una famiglia riunita attorno a un piccolo bimbo, un Figlio che dorme beato in un giaciglio di paglia: un grande dono all'umanità, alla famiglia degli esseri umani.

L'unica cosa che accomuna tutti gli uomini, ma proprio tutti senza distinzione alcuna, è l'essere figli. L'esperienza di filiazione, quel radicale sentirsi e sapersi voluti nella vita, è l'unica condizione che consente poi di essere riconoscenti alla vita, cioè pronti a generare altra vita.

Crescendo, mi sembra di aver sempre desiderato avere una famiglia o, meglio, desiderato di costruire una mia famiglia, e se una delle pochissime cose che non possiamo scegliere sono i nostri genitori, possiamo però decidere che tipo di figli e figlie, fratelli e sorelle vogliamo essere, che tipo di genitori vogliamo diventare. L’ambizione dovrebbe essere quella di essere genitori “sufficientemente buoni”, per dirla con Winnicott, cioè non “perfetti e splendenti” ma sufficientemente amorevoli, accudenti, protettivi...

Tutto ciò in un continuo e laborioso percorso di crescita, di inciampi, di successi e insuccessi.

Sperimentiamo oggi una pluralità di famiglie e siamo esposti a variegate e bizzarre immagini di famiglia; in questo scenario credo che la famiglia debba aspirare ad essere un nucleo affettivo il cui compito è quello di dare amore e stabilità ai suoi membri.

Una famiglia è definita Normale quando riesce a garantire lo sviluppo individuale e relazionale di ogni suo membro. Una famiglia normale ha molto meno a che fare con i suoi componenti e più con il benessere di questi ultimi.

Credo che Io - Tu - Noi siano assolutamente tutti ingredienti importanti ed indispensabili all'interno del sistema familiare.

Io è il soggetto, l'individuo la cui unicità e personalità va rispettata e garantita nelle sue molteplici declinazioni: Io – figlio, Io – partner, Io – genitore, Io fratello...

Tu è l'altro con cui l'Io si relaziona, nel cui l'Io si rispecchia, con cui può costruire legami e tessere le trame della storia familiare.

Noi è il frutto di questa storia e trascende la somma dei singoli Io e dei singoli Tu appartenenti a una famiglia: è qualcosa di più perché prima dell'Io viene il Tu e prima dell'individuo viene la relazione.

Noi è il punto di vista che assumi quando vivi l'esperienza della genitorialità, che è dono e riconoscenza che è fatica, dubbio, sperimentazione ma anche gioia, complicità, soddisfazione e soprattutto amore, Amore incondizionato.

Quello che ci apprestiamo a festeggiare ed accogliere con il Natale è proprio un dono d'amore: è la rivelazione di un Figlio, cioè la rivelazione di una Relazione.

Con questo augurio vorrei concludere: costruite (se potete!) Relazioni familiari autentiche, indipendentemente dal tipo di famiglia in cui state vivendo, promuovete adattabilità e resilienza e donate incondizionatamente Amore: è il regalo che tutti possiamo, fare perché tutti lo abbiamo ricevuto.

Cuntomela Natale 2024


In ricordo di FRA MICHELE

Fra Michele Ghebremariam Woldemichael
15 maggio 1927 + 6 ottobre 2024

Fra Michele ha semplicemente servito e in tale atteggiamento ha vissuto una capacità di vigilanza. Ora egli ha concluso la sua lunga vita e ha raggiunto il Signore amato. Colui che è arrivato e ha bussato alla porta della sua vita è lo Sposo che ritorna dalle nozze e prende con sé, riempiendoli di gioia, coloro che hanno vigilato obbedienti alla sua parola: "'Beati quei servi che il Signore, quando verrà, troverà vigilanti". Caro fra Michele, ti affidiamo alla Vergine Maria, fonte di consolazione e di sicura speranza; Lei ti introduca nella gloria dei santi.

Estratto dell'omelia del Ministro provinciale fra Andelo Borghino alle esquie di fra Michele - 9 ottobre 2024 e pubblicato sul n. 3 del quadrimestrale del Santuario dell'An-nunciata "Beato Innocenzo da Berzo".

SS. Annunciata ORARI DELLE CELEBRAZIONI nel periodo natalizio

24 dicembre Vigilia di Natale
S. Messe alle ore 7,30 - 16,00
Veglia ore 23.30 a seguire Santa Messa di mezzanotte

25 dicembre Natale
S. Messe alle ore 10,00 - 16,00 - 17,30

26 dicembre S. Stefano
S. Messe alle ore 10,00 - 16,00

Domenica 29 dicembre
S. Messe alle ore 10,00 - 16,00 - 17,30

1° gennaio Solennità di Maria SS. Madre di Dio
S. Messe alle ore 10,00 - 16,00 - 17,30

Domenica 5 gennaio
S. Messe alle ore 10,00 - 16,00 - 17,30

6 gennaio Epifania
S. Messe alle ore 10,00- 16,00 -17,30

Cuntomela Natale 2024


È bello essere qui!

Don Stefano

Dagli oratori dell’Altopiano mi muovo… particolarmente sono molto sorpreso e contento che il cammino che stiamo intraprendendo per le attività degli oratori delle nostre comunità produca risultati che fanno emergere autonomia, fraternità, vita spirituale e creatività.

Ad Ossimo Inferiore, per esempio, va riconosciuto un particolare ringraziamento ai diversi volontari che hanno a cuore l’oratorio, non solo come struttura, ma anche come spirito.

È piacevole l’organizzazione di serate in compagnia non solo per i ragazzi, ma anche per famiglie, anziani e giovani ed è bella la disponibilità di chi poi sistema, riordina e rende accoglienti i nostri oratori.

L’importante è non demoralizzarsi mai, anzi arricchire le vite di ciascuno con il dono della fraternità e della comunione.

Sarebbe bello intensificare la partecipazione alle attività in una forma più ampia: sicuramente ci arriveremo con il tempo.

Gli appuntamenti non mancano, a volte manca la materia prima e cioè chi si mette in gioco e chi vuole condividere lo stare insieme per crescere e amare sempre di più il prossimo come insegna il Vangelo di Cristo. Buone parole per buone esperienze di vita, queste sì che fanno crescere e invitano appunto ad amare sempre di più.

Forza, continuiamo così questo cammino tra di noi, aperto a tutti e in comunione con tutti: i frutti di questi semi forse non li vedremo, ma li vedrà chi godrà nel futuro il lavoro che stiamo intraprendendo.

Grazie, grazie, grazie!

Cuntomela Natale 2024

Centro di generatività permanente…

Il titolo potrebbe trarre in inganno, perché non si tratta di centro specializzato per attività inimmaginabili, bensì di un percorso organizzato e pensato per i nostri bambini, ragazzi, adolescenti, catechisti e educatori.

È un’opportunità offertaci dalla regione Lombardia e dal Centro Oratori Bresciani. Si tratta di un bando chiamato appunto “Giovani in cammino” che ci permetterà di avere a disposizione alcuni fondi per progetti di inclusione, di crescita personale e comunitaria e di riappropriazione del luogo “oratorio”.

Mi sembra che questa opportunità sia perfetta per il nostro cammino di crescita spirituale e comunitaria che stiamo cercando di intraprendere in questi tempi.

Un approccio educativo strutturato e pensato è la formula magica per una società buona e consapevole delle proprie potenzialità e progettualità per il futuro.

Co-progettare, coinvolgere, condividere sono da sempre immagine del cortile dell’oratorio che ogni comunità sogna per la vita di tutti. Mi sembra veramente un’opportunità che non possiamo gettare via, ma anzi, mi piace pensare che sia un trampolino di lancio per qualcosa di ancora più bello: una comunità di oratori che persegue con tenacia e razionalità la via del vangelo di Cristo nella corresponsabilità delle scelte e dell’attività di tutta quanta la comunità.

Sarà bello allora percorre questo itinerario organizzato attraverso l’aiuto di esperti nel settore. Solo una cosa chiedo alle famiglie, ai catechisti e agli educatori: la presenza più operosa possibile! Cerchiamo di lasciare da parte la pigrizia e la tentazione del divano e buttiamoci, mettendo in gioco la nostra personalità e le nostre qualità donate da Dio a ciascuno nella diversità.

Se facciamo questo, il progetto sarà già a metà dell’opera. Coraggio! Aspetto il più possibile persone che vogliono creare opportunità di incontro e di vita insieme, perché questo è oratorio!

Cuntomela Natale 2024

VITA COMUNITARIA 2024: saper vivere con e per l’altro

Michele Ravelli

Da domenica 20 ottobre a domenica 27 i nostri adolescenti capitanati da don Stefano e da un gruppo di educatori, hanno vissuto la ormai tradizionale settimana di vita comunitaria. Come ogni anno i ragazzi e le ragazze dell’altopiano hanno aderito in buon numero e con una sentita partecipazione tipica dell’età adolescenziale.

Tale appuntamento è sempre un momento che permette di osservare, da un punto di vista privilegiato, il modo di vivere e di relazionarsi dei nostri adolescenti che si trovano ad affrontare questo momento così peculiare e decisivo della loro vita. In questi anni infatti, decidono e gettano le basi per le persone che saranno in futuro, cercando di rispondere positivamente alla loro personale e spesso nascosta vocazione.

In questa settimana si trovano a vivere la loro routine giornaliera come se fossero tutti membri di una grande famiglia dove ci si può supportare a vicenda, ridere e confrontarsi positivamente. Ma, come i componenti di una famiglia allargata, spesso si sperimenta anche qualche momento di difficoltà nel far incastrare tutti i caratteri e le abitudini che richiedono, in qualche modo, di rendersi malleabili e di essere abili ascoltatori delle esigenze e dei vari momenti degli altri.

Questa esperienza permette ai nostri ragazzi di portare avanti durante la settimana tutti i loro impegni scolastici e quelli extrascolastici; a tal proposito è sempre entusiasmante entrare nel pomeriggio nell’ “aula studio” per osservare le fatiche dei libri e dei compiti, chi più e chi meno.

Oltre a ciò, numerosi sono stati i momenti serali organizzati che hanno previsto cene fuori casa e un momento di festa finale per sancire la bellezza dell’esperienza che ogni anno lascia nei nostri adolescenti la speranza che vivere nella condivisione sia bello ed educativo.

Non manca in loro anche il senso di gratitudine per don Stefano che ogni anno permette questa esperienza di vita comunitaria e per gli educatori che in numerosa presenza hanno accompagnato i ragazzi nella settimana.

Cuntomela Natale 2024

Grazie per l’accoglienza

Cari amici delle parrocchie dell’Altopiano del Sole! Abbiamo pensato di scrivere alcune righe per ricordare il nostro incontro di qualche settimana fa.

La diocesi di Brescia celebra nella domenica di Cristo Re (quest’anno il 24 novembre) la giornata diocesana del Seminario. Alcune parrocchie però sono avanti... e così sull’Altopiano del Sole abbiamo vissuto questa giornata nel fine settimana del 9 e 10 novembre!

Siamo partiti nel pomeriggio del sabato e dalla città, dove c’è il nostro Seminario. Arrivati in Valle ci ha accolti don Stefano, che ci ha ospitati e accompagnati nelle due giornate.

Le cose che abbiamo vissuto insieme sono state proprio tante, anche se il tempo era ristretto. Anzitutto abbiamo incontrato le vostre comunità durante le Messe festive, dove avete avuto la pazienza e la bontà di ascoltare le nostre testimonianze. Vi ringraziamo tanto per i vostri sorrisi, per le parole di incoraggiamento e per la vicinanza che ci avete fatto sentire.

Poi alla sera abbiamo vissuto un bell’incontro con i ragazzi delle medie e i loro educatori: abbiamo riflettuto insieme sulla vocazione, cioè su quel seme che Dio ci dà e che con l’aiuto di chi accompagna può diventare un bel frutto, un sogno che si realizza.

E, infine, nel pomeriggio di domenica abbiamo partecipato alla castagnata: un bel momento di festa, ricco di giochi, amicizia e divertimento.

Ci avete mostrato che siete una bella comunità unita, desiderosa di camminare insieme e capace di accogliere come gente di famiglia anche chi viene da fuori, come noi.

Come ultimo pensiero ripetiamo una cosa che già abbiamo detto nelle testimonianze.

Venire nelle parrocchie e raccontare qualcosa di noi non è assolutamente un modo per dire che siamo più bravi. Anzi!

È un modo per ricordare che come Dio lavora nella profondità dei nostri cuori, così agisce nei cuori di tutti. Proprio per questo ripetiamo, soprattutto a bambini, ragazzi e giovani, che seguire il Signore è un’avventura che vale la pena provare. E da ultimo chiediamo a tutti di continuare ad accompagnarci con la simpatia, l’affetto e tanta, tanta preghiera.

Grazie di cuore a tutti, e soprattutto ai vostri sacerdoti, per la bellissima accoglienza di quei giorni.

Un abbraccio

I seminaristi
Gianbattista e Andrea

Cuntomela Natale 2024


La BIBBIA: Atti degli Apostoli

Luca Dalla Palma

Questo libro racconta ciò che accadde dopo la resurrezione di Gesù.

Per lo stile della narrazione e per tanti altri indizi, si attribuisce a Luca che scrisse riportando con cura tutti gli avvenimenti con uno stile quasi giornalistico.

I primi sette capitoli degli Atti degli apostoli riportano l’opera del Signore per mezzo degli Apostoli a Gerusalemme attraverso lo Spirito Santo. I capitoli da 8 a 12 narrano l’opera dello Spirito Santo per mezzo degli Apostoli in Giudea e Samaria. L’ultima parte del libro parla dell’opera del Signore attraverso lo Spirito Santo, per mezzo dei discepoli in tutta la terra.

Gesù aveva preparato i suoi discepoli per tre lunghi anni e poi improvvisamente era morto. Il terzo giorno era resuscitato e per quaranta giorni rimase con i suoi per rafforzare ancora la loro fede. Gesù fece una promessa: sarebbe tornato al Padre, ma avrebbe mandato lo Spirito Santo su di loro affinché potessero essere testimoni efficaci e raggiungere tutti gli angoli della terra. Gesù ascese al cielo e pochi giorni dopo lo Spirito Santo scese sui discepoli nel giorno della Pentecoste (troviamo questo episodio nel capitolo 2) e migliaia di persone in un solo giorno si convertirono a Cristo.

Il Signore aveva preannunciato che avrebbero ricevuto una sorta di nuovo battesimo: questo era il “Battesimo in Spirito” al quale anche Giovanni Battista si riferiva mentre parlava di Gesù ancora prima che il Cristo incominciasse i suoi tre anni di predicazione. Questo episodio cambiò drasticamente la vita dei discepoli che ora erano pronti ad andare e predicare dovunque la buona novella.

Segue la storia di Stefano, lapidato per l'ira dei capi religiosi. Invece che arrestare la crescente ondata di conversioni, il martirio di Stefano diede maggiore impulso al progresso del Vangelo: i credenti furono dispersi e da Gerusalemme, ovunque andassero, portavano la Buona Notizia di Gesù.

Saulo da Tarso, feroce persecutore della Chiesa, si convertì e ben presto divenne un nuovo apostolo, con il nome di Paolo.

Cuntomela Natale 2024

La predicazione di Pietro nella casa del centurione romano Cornelio aprì le porte della Chiesa ai pagani, perché precedentemente sembrava che il Vangelo fosse ad esclusivo appannaggio degli Ebrei: a tal proposito si tenne una discussione a Gerusalemme (riportata nel capitolo 15), che vide la definitiva apertura del Vangelo a tutte le genti, proprio come Gesù aveva detto.

Vengono narrati i tre viaggi missionari di Paolo, durante i quali egli, insieme a Barnaba e Sila, coprì una vasta area fra Macedonia e Grecia.

Ad Efeso, Paolo trascorse molto tempo e, con il suo ministero, ebbe una notevole influenza nelle regioni circostanti.

Tornato a Gerusalemme, fu catturato e arrestato. I capitoli restanti sono dedicati al lungo e pericoloso viaggio che Paolo dovette affrontare verso Roma come prigioniero. Durante la prigionia, l'apostolo scrisse alcune delle più importanti lettere del Nuovo Testamento.

Infine il libro degli Atti degli apostoli si conclude con Paolo agli arresti domiciliari a Roma.

Volendo dunque riassumere il messaggio religioso permanente del libro, si può dire che esso consiste nella proclamazione del fatto che l’attività di Dio, iniziata nell’Antico Testamento e manifestatasi in pienezza nella vita, morte e resurrezione di Gesù, continua ora nelle comunità cristiane nate dalla fede nel Risorto.

La Chiesa nella sua sapienza e tradizione ci consegna nel periodo pasquale la lettura degli Atti. Da Pasqua a Pentecoste non passerà giorno senza la lettura di questo testo. Questo perché gli eventi della nascita e della vita della Chiesa descritti negli Atti, pur essendo cronologicamente successivi se li guardiamo dal punto di vista della storia terrena, se visti con lo sguardo di Dio sono, invece, un unico evento teologico, sempre originante dal giorno di Pasqua.

Luca ci mostra a suo modo come la storia della Chiesa non sia una storia diversa del Cristo.

Ecco perché gli Atti possiamo chiamarli Vangelo della Chiesa (vangelo dello Spirito Santo).


Cuntomela Natale 2024


Le VIRTÙ CARDINALI: la Fortezza

Don Stefano

È bello durante la giornata, avendo scelto un'attività piuttosto che un’altra, sentirsi dire questa affermazione: “sei forte”. Fa piacere a tutti ricevere apprezzamenti, anche a noi sacerdoti fa piacere essere riconosciuti non tanto per il servizio che svolgiamo, ma piuttosto per la missione che ci è stata affidata dall’alto. È umano sperare e augurarsi di ricevere apprezzamenti e lodi. Non sono solo agli adulti, ma anche ai più piccoli, a scuola, nello sport, nelle varie attività quotidiane, fa piacere sentirsi stimati e onorati dagli altri, e se questo apprezzamento viene riconosciuto anche dalla famiglia è ancora più gratificate. Ma per avere questa capacità, questa forza, occorre essere preparati, sempre pronti e ancora di più perseverare nella bellezza che è Dio. Infatti la Fortezza è quella virtù cardinale che spicca molto di più rispetto alle altre come quell’atteggiamento del cristiano da perseguire, arrivando ad un obiettivo comune: la perfezione santa della vita. Si tratta di un cammino lungo, non ci sono dubbi, ma l’importante è riconoscere questo percorso fin dall’inizio del proprio cammino spirituale.

La Fortezza riempie il cuore degli uomini e delle donne di carità: occorre, infatti, avere un cuore di carne che conosce e riconosce come si fa ad amare Dio e il prossimo, sapendo di essere figlio e perciò creatura a cui è donata ogni giorno la grazia infinita dall’amore di Dio. È bello sapere che l’unità aiuta nell’essere veramente forti nella vita spirituale.

Per mettere in pratica la forza che ci è data, bisogna riporre tutto nella perseveranza della vita, e per perseveranza intendo un atteggiano che perdura nel tempo ed è assimilato dalla persona come elemento proprio e imprescindibile, non nel significato negativo, ma come capacità di trarre da questa forza, da questo suo tesoro “cose nuove e cose antiche”, come dice il Vangelo di Matteo alla conclusione del capitolo 13.

Cuntomela Natale 2024

In qualche modo viene richiamato anche un atteggiato che ha a che fare con la fermezza delle idee che ci vengono consegnate dalla Chiesa cattolica, e ciò non è scontato questo in una tempo storico che predilige uno spensierato modus libero di intendere la vita di fede e le sue specifiche verità. Mi piace ricordare quello che avveniva molto tempo fa da parte di alcune persone che ho conosciuto e che hanno vissuto questa esperienza sulla propria pelle. Si tratta di una esperienza di eroismo o, meglio, di pratica della fortezza. In un tempo nel quale non si garantiva una vita sempre tranquilla, dove mancavano certezze per sopravvivere, occorreva possedere una animo saldo e forte per contrastare situazioni di difficoltà; essere assidui nel consegnare le proprie fragilità e situazioni difficili a Dio, significava essere profondamente perseveranti nella fiducia in Lui. Avere fede ed essere forti erano gli atteggiamenti spirituali opportuni per non cadere nella disperazione e nelle mani del nemico.

Si può anche dire che la virtù della Fortezza era ed è la virtù della gente semplice che ogni giorno prende su di sé la possibilità di portare a compimento il suo dovere quotidiano attraverso l’amore che “tutto sopporta, tutto scusa, tutto crede e tutto spera” (1Cor 13,7).

La Fortezza è la particolare virtù mediante la quale tanti uomini e donne hanno potuto perseguire, nella loro vita santa, una particolare consegna di sé a ricevere il premio eterno, attraverso il dono concreto della propria vita con il martirio. Tante sono queste persone, di ogni età e di ogni tempo. Non possiamo non ricordare i primi martiri della Chiesa che misero in pratica questa perseverante fermezza d’innanzi alla prova così come cita il Canone Romano della s. Messa: Pietro e Paolo, Stefano, Mattia, Barnaba, Giacomo, Tommaso, Filippo, Bartolomeo, Andrea e tanti altri.

La Fortezza “è una virtù infusa con la grazia santificante che spinge alla volontà di non desistere a conseguire il bene arduo o difficile anche quando è in pericolo la propria vita” (A. Martin, Teologia della perfezione cristiana, ed.Paoline, 1965).

È bello sapere che la fortezza dona all’anima la capacità di eroismo, anche e soprattutto nelle piccole cose, oltre che nelle grandi. Del resto scrive un autore contemporaneo: “la vita religiosa è un vero martirio, e le anime sante vi trovano ampio raggio per operare, portando la propria croce e Dio sa determinare per ogni anima, nella cornice della propria vocazione, la via del calvario conformandola alla croce di Cristo”.

In quanto a “eroismo in piccolezza” non si può non accennare alla vita eroica di santa Teresa di Gesù Bambino che rimane nella Chiesa esempio splendido e luminoso di fedeltà eroica nelle promesse in segreto di “dare il sangue a goccia a goccia per la Chiesa, fino a morirne”.

Il contrario della Fortezza è la pusillanimità, come insegna San Tommaso d’Aquino, un difetto particolare che nega la possibilità di raggiungere obiettivi perseguibili nella propria vita. In pratica il pusillanime non si propone di utilizzare le proprie capacità e potenzialità donatagli da Dio per il suo bene spirituale e per il bene di tutti, manca di coraggio ed un codardo, preferisce farsi cullare dalla pigrizia e accontentarsi del minino.

Nel nostro tempo questo è sicuramente uno degli atteggiamenti più frequenti e che si riscontra nella vita di fede di ciascuno, specialmente nelle nuove generazioni. La soluzione per guarire da questo male spirituale è sicuramente l’Eucarestia che dona la possibilità di ricevere fortezza e le armi per la propria battaglia spirituale. Non è solo il pane degli angeli, ma è anche il pane dei forti, perché irrobustisce e conforta l’anima.

Tanti sono i funerali nei quali molte persone, specialmente i familiari del defunto, si astengono dal ricevere l’eucarestia, che in questo caso più di altri, dona benefici spirituali concreti, forza e conforto nel momento del dolore. Impariamo dagli antichi padri della Chiesa a rinvigorire il nostro essere saldi nella Fortezza, per perseguire una autentica vita cristiana capace di dare risposte concrete al mondo di oggi, certamente secolarizzato e non più affezionato alle cose di Dio che per cronaca sono anche le nostre.

Cuntomela Natale 2024


Giustizia e pace si baceranno
LA PAGINA DEL SALMO

Come il popolo d’Israele in esilio forse anche noi, sommersi da brutte notizie, abbiamo bisogno di ritornare con fiducia al Signore per riscoprire sempre che qualcosa di nuovo germoglierà dalla terra… per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace. (Lc 1,79)

Salmo 85 (84)

2 Sei stato buono, Signore,
con la tua terra,
hai ristabilito la sorte di Giacobbe.
3 Hai perdonato la colpa del tuo popolo,
hai coperto ogni loro peccato.
4 Hai posto fine a tutta la tua collera,
ti sei distolto dalla tua ira ardente.
5 Ritorna a noi, Dio nostra salvezza,
e placa il tuo sdegno verso di noi.
6 Forse per sempre sarai adirato con noi,
di generazione in generazione
riverserai la tua ira?
7 Non tornerai tu a ridarci la vita,
perché in te gioisca il tuo popolo?
8 Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
9 Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.
10 Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
11 Amore e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
12 Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
13 Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
14 giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

Sguardo d’insieme
Questo salmo è un canto gioioso e pieno di speranza nel futuro della salvezza. Riflette il momento esaltante del ritorno di Israele dall’esilio babilonese nella terra dei padri. La vita nazionale ricomincia, in quella terra distrutta nella conquista di Gerusalemme da parte delle armate di Nabucodonosor nel 586 a.C.
Nell’originale ebraico del salmo si sente risuonare più volte il verbo shub, che indica il ritorno dei deportati, ma significa anche un ritorno spirituale, cioè la conversione. La rinascita, quindi, non riguarda solo la nazione, ma anche la comunità dei fedeli, che avevano avvertito l’esilio come una punizione per i peccati commessi che vedevano ora il rimpatrio e la ritrovata libertà come una benedizione divina, per l’avvenuta conversione.

Cuntomela Natale 2024

Dopo la dura esperienza dell’esilio in Babilonia, Israele è stato ricondotto in Palestina. Tuttavia il popolo non vede realizzarsi le magnifiche promesse di cui si era fatto portavoce Isaia.
Al contrario deve superare tante difficoltà, a cui si aggiunge anche la triste esperienza dell’infedeltà dei rimpatriati alla legge di Dio, il circolare di un senso di apatia e di scontento. Da qui il carattere di preghiera e supplica del salmo.
Il clima del salmo porta con sé sgomento e fiducia, supplica e rendimento di grazie. Il popolo è consapevole delle grandi benedizioni ricevute da Dio, ma si sente ancora appesantito dalla colpa.

Il salmo può essere seguito nel suo svolgimento secondo due tappe fondamentali.

La prima tappa (vv. 2-9)
Si celebra, anzitutto, il ritorno fisico di Israele:
Sei stato buono, Signore, con la tua terra,
hai ristabilito la sorte di Giacobbe. (v. 2)
Accanto a questo ritorno c’è un altro ritorno più interiore e spirituale. Il salmista gli lascia ampio spazio e gli attribuisce un rilievo che vale per l’antico Israele e per noi.
In questo ritorno agisce efficacemente il Signore, rivelando il suo amore nel perdonare l’iniquità del suo popolo, nel cancellare tutti suoi peccati. È, in qualche modo, il ritorno di Dio. Proprio la liberazione dal male e il perdono delle colpe creano il nuovo popolo di Dio. Ciò è espresso anche attraverso un’invocazione che è divenuta tipica nella liturgia cristiana:
Mostraci, Signore, la tua misericordia,
e donaci la tua salvezza.
A questo ritorno di Dio che perdona deve corrispondere il ritorno, la conversione dell’uomo che si pente. Infatti il salmo dichiara:
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia. (v. 9)
Spesso i termini biblici riguardanti il peccato evocano uno sbagliare strada, un fallire la meta. La conversione è appunto un ritorno sulla via giusta che conduce alla casa del Padre.

La seconda tappa (vv. 10-14)
Questa seconda parte del salmo è molto cara alla tradizione cristiana. Vi si descrive un mondo nuovo nel quale, in modo personalizzato, amore e verità si abbracciano, giustizia e pace si baciano.
Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo (v. 12).
Tutte le virtù, prima espulse dal peccato, ora rientrano nella storia e, incrociandosi, disegnano la mappa del mondo nuovo: sono quasi quattro punti cardinali della geografia dello spirito. Sembra di ascoltare Isaia: “Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo” (Is 45,8).
Le parole del salmista, già nel secondo secolo, sono state lette da sant’Ireneo di Lione come annunzio della “generazione di Cristo dalla Vergine”. La venuta di Cristo, infatti, è la sorgente dell’amore, lo sbocciare della verità, la fioritura della giustizia, lo splendore della pace.
Per questo, soprattutto in questa parte finale, il salmo è stato letto in chiave natalizia dalla tradizione cristiana. Ascoltiamo l’interpretazione che ne dà sant’Agostino: «La verità è sorta dalla terra: Cristo, il quale ha detto: Io sono la verità, è nato da una Vergine. “E la giustizia si è affacciata dal cielo”: chi crede in colui che è nato non si giustifica da se stesso, ma viene giustificato da Dio. La verità è sorta dalla terra, perché il Verbo si è fatto carne. “E la giustizia si è affacciata dal cielo”, perché ogni grazia eccellente e ogni dono perfetto discendono dall’alto. “La verità è sorta dalla terra”, cioè ha preso un corpo da Maria. “E la giustizia si è affacciata dal cielo” perché l’uomo non può ricevere cosa alcuna, se non gli viene data dal cielo».
John Milton, autore del paradiso perduto, scrive in un’ode natalizia “Sulla mattina della natività di Cristo”: «Sì, fedeltà e giustizia, allora ritorneranno verso gli uomini, avvolte in un arcobaleno e, gloriosamente vestita, la bontà si assiderà in mezzo. E il cielo, come per una festa, spalancherà le porte del suo palazzo eccelso».

Un’altra chiave di lettura
Le espressioni complessive del salmo si adattano a diverse situazioni storiche, riproducendo una situazione tipo. Il salmo appartiene al genere delle lamentazioni pubbliche: preghiere comunitarie che si inserivano in cerimonie penitenziali occasionate da particolari calamità nazionali (guerre, pestilenze, carestie). Elementi tipici erano: digiuno, gesti penitenziali e la preghiera di invocazione.
Nel salmo si susseguono tre motivi, che poi costituiscono le tre parti del salmo: lo sguardo al passato (vv. 2-4), l’invocazione per il presente (vv. 5-8), la descrizione gioiosa del futuro (vv. 9-14). Si tratta di una struttura tipica della preghiera di Israele e della sua spiritualità.

Don Guido Marini
www.donguido.it

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Beati felici... o malmostosi

Franco Peci

Beato fra le donne… e nell’oscurità ognuno vuol godere!… La prima battuta forse oggi sarebbe giudicata sessista, mentre la seconda, tratta da una vecchia e non troppo pudica canzone, forse potrebbe apparire sconveniente. Eppure qualsiasi vocabolario ci informa che è detto beato chi gode, chi è felice.

Se in rete andiamo su www.bibbiaedu.it e digitiamo questa parola scopriamo che nella sacra scrittura tale termine, nelle sue varie declinazioni, ricorre circa un’ottantina di volte.

Nell’Antico Testamento sono i libri sapienziali ed in particolare i Salmi che propongono con maggior frequenza questo augurio: beato l’uomo che teme il Signore, beato chi in lui si rifugia, beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore, beato chi custodisce i suoi insegnamenti, beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe…

Sempre nel libro dei salmi troviamo i due estremi nei quali viene usato questo termine. Nel salmo 41 si proclama:

Beato l'uomo che ha cura del debole:
nel giorno della sventura
il Signore lo libera.
Il Signore veglierà su di lui,
lo farà vivere beato sulla terra,
non lo abbandonerà in preda ai nemici.

Qui risuona ancora marcatamente l’impegno moralistico di fare qualcosa per avere una ricompensa. E sicuramente non è una brutta prospettiva. Ma a me piace pensare che, ancora prima della speranza futura, è proprio nell’amarci, nel prenderci cura gli uni degli altri, partendo da chi ha più bisogno, che possiamo davvero godere del nostro essere pienamente umani e pienamente ad immagine di Dio.

Nel salmo 137 viene invece invocata una terribile beatitudine:
Figlia di Babilonia devastatrice,
beato chi ti renderà quanto ci hai fatto.
Beato chi afferrerà i tuoi piccoli
e li sfracellerà contro la pietra.

Alla luce del Vangelo queste frasi sono inaccettabili e ci scandalizzano, ma la Bibbia, come molti romanzi e molti film, non fa altro che riportare ciò che agita e devasta il cuore dell’uomo. In nome della giustizia o di astratte questioni di principio, in buona o in mala fede, troppo spesso sono state fatte e si compiono grandi vendette, o anche solo piccole ripicche quotidiane, che alla fine, invece di farci godere, rischiano quasi sempre di alimentare ulteriori rancori e vendette.

Passando al Nuovo Testamento incontriamo ancora molte volte questa parola: nel Magnificat Maria dice che “tutte le generazioni mi chiameranno beata”; si definiscono beati quelli che ascoltano… quelli che vedono… quelli che non hanno visto e hanno creduto; beato chi non trova (in Gesù) motivo di scandalo... chi dona a coloro che non possono ricambiare. Ancora nel Vangelo di Luca sono dichiarati “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!”.

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Negli Atti troviamo la frase, non presente nei Vangeli, in cui Gesù afferma che: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”. Mentre nelle lettere più o meno risentiamo l’eco dei salmi sulla giustizia e la misericordia di Dio: “Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate e i peccati sono stati ricoperti; beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato!”

Ed anche l’Apocalisse – uno dei libri forse più abusati ma che per me rimane un grande inno alla speranza – conclude affermando “Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte… beati i morti che muoiono nel Signore… beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!”

Ma ovviamente la magna carta del cristianesimo come sono state definite da molti, il cuore del Vangelo come sono state chiamate da altri, rimangono le beatitudini, quelle che ogni anno sentiamo proclamare durante le feste dei santi e dei morti.

Nelle presentazioni del suo ultimo libro “La forza della mitezza” don Luigi Epicoco, teologo abbastanza popolare anche in internet, ripropone il parallelo fra Mosè che guida il popolo verso la terra promessa e Gesù che, specialmente nel vangelo di Matteo (le cui pagine fanno da pista al suo libro), può essere visto come il nuovo Mosè che ci introduce al regno di Dio. La traccia, i segnali da seguire in questo nuovo cammino, però, non sono i dieci comandamenti “non rubare, non uccidere, non…”, ma proprio le Beatitudini “beati i poveri di spirito… gli afflitti… i misericordiosi… gli operatori di pace…”.

Sì, d’accordo, non sarà esattamente quello descritto dal vecchio Tango delle capinere accennato all’inizio, ma alzi la mano chi non desidera godere, chi non vuole essere felice.

Spesso noi cristiani ci lamentiamo per le chiese sempre più vuote, per tutto ciò che non va. Siamo sempre pronti a sbattere in faccia agli altri le nostre presunte verità, i nostri moralismi, le nostre tradizioni.

Se ogni tanto ci ricordassimo che pur tra molte fatiche – elencate nelle stesse Beatitudini – tutti siamo chiamati ad essere beati, a godere dell’amicizia, del perdono, di quei sapori che troveranno pieno compimento nel banchetto di cibi succulenti, di vini raffinati preparati per tutti i popoli (Is 25,6), forse diventeremmo meno malmostosi, forse la nostra testimonianza e la nostra vita sarebbero più gustose, per noi stessi e per gli altri.

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Per chi suona la campana 1824-2024

Andrea Pennacchio

“Per chi suona la campana” è il titolo di un famoso romanzo di Ernest Hemingway ambientato in Spagna al tempo della guerra civile spagnola. Il titolo è ricavato da una poesia di John Donne in relazione al concetto secondo cui nessun uomo è un’isola e cioè non può considerarsi indipendente dal resto della comunità: egli disse “… e allora non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te”.

La campana assurge quindi al compito di unire in una sola voce. È il richiamo, l’appello che esorta a raccogliersi, a radunarsi, a partecipare intimamente al momento di gioia o di dolore. Momenti di riflessione a cui la società contemporanea spesso sembra diventata sorda, indifferente al loro suono, presa com’è da una corsa al consumismo più sfrenato, alla partecipazione ai social, dove si attende con ansia un like a quanto pubblicato, dove si condivide ogni aspetto del quotidiano, senza né freni né inibizioni.

Così, dopo duecento anni di onorato servizio (1824-2024), anche le nostre campane hanno avuto bisogno di un intervento di manutenzione che è terminato proprio in questo periodo. Per preservarle correttamente, evitando la possibile formazione di cricche (crepe) che ne potrebbero compromettere l’integrità è stata necessaria una nuova inceppatura, con giratura di 60°, ottenendo nuovi punti d’impatto dei battagli che sono stati a loro volta oggetto di un’accurata revisione, come pure gli isolatori. Interventi particolari sono poi stati necessari per le campane 2a, 3a e 4a. Infine è stato sostituito l’impianto di automazione. 

Mentre i tecnici campanari si documentavano in merito alle modalità individuate per procedere alla conservazione del castello campanario, hanno trovato un documento che li ha incuriositi. Ognuna delle cinque campane presenti nel campanile ha un proprio nome e caratteristiche proprie.

Vediamole:

Nonostante il nostro disinteresse e la nostra indifferenza, le campane della chiesa di Borno continueranno a suonare, certe che il loro suono ci farà sentire ancora comunità.

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Cuntomela Natale 2024 - Inserto sul campanile Cuntomela Natale 2024 - Inserto sul campanile Cuntomela Natale 2024 - Inserto sul campanile Cuntomela Natale 2024 - Inserto sul campanile


Sul campanile di Borno

Oliviero Franzoni

L’impianto originario della torre campanaria risale alla prima metà del Cinquecento. Mediante la stipula di apposito compromesso (mercatum), nel 1535 la vicinia di Borno affidò al mastro muratore Bornino Regazzi di Ossimo Inferiore († 1542 c.), capostipite di una famiglia di esperti lapicidi, l’incarico di fabbricare il campanile della chiesa parrocchiale.

Insorta qualche difficoltà in merito al positivo procedere dell’operazione, l’anno successivo intervenne tra le parti una transazione che permise di far andare avanti e concludere il cantiere, poiché nel 1542 fu saldato un pagamento, relativo al lavoro effettuato, nelle mani di mastro Battista, figlio dell’assuntore probabilmente all’epoca già defunto.

Nel 1544 vennero posizionate sulla cella del manufatto due campane, fuse in loco dagli artigiani fonditori mastri Giovanni e Gaspare “de Sonoarijs de Burgania”, abitanti nel contado di Bormio, in Alta Valtellina. Negli anni 1824-1826, sotto la direzione dello scrupoloso fabbriciere don Matteo Valgolio (Borno 1768-ivi 1839), l’impresario “muratore capo maestro” Francesco Franceschetti, abitante nel Pian di Borno, assistito dal figlio Giuseppe (che nel 1858 realizzerà il riattamento delle parti esterne della chiesa) e dai tagliapietre Luigi e Giuseppe Medici di Volpino, restaurò e rialzò la torre in pietra viva, utilizzando materiali estratti da due cave aperte, “una essistente nella strada sotto la Rocca, poco prima di giungere ai piedi di s. Martino” – località, andando verso l’Annunciata, dove rimangono ancora visibili evidenti segni di tale lavorazione – “e l’altra essistente in Lovino”, contrada campestre del territorio comunale. L’“alzata” venne effettuata in maniera difforme rispetto allo studio progettuale licenziato il 27 aprile 1824 dal perito agrimensore distrettuale Carlo Antonio Celeri (Breno 1792-ivi 1874), prospettante un diverso finimento del campanile, verosimilmente più dispendioso e meno praticabile.

In previsione dei lavori edili (a cui parteciparono anche gli scalpellini Nicola Cenini di Pezzo di Ponte di Legno, Giacomo Silva di Darfo e il comasco Antonio Laffranconi di Lanzo d’Intelvi), tra il 1823 e il 1824 il fonditore Andrea Crespi, erede di una storica officina attiva nella cittadina padana di Crema, fuse direttamente sul posto il “concerto ottimamente incontrato” di cinque nuove campane, collocate in sede nel 1825 dall’“inzoccator” bergamasco Gaetano Pezzotta di Gazzaniga. Nello stesso anno 1825 il falegname e intagliatore Francesco Inversini (Mazzunno 1763-Gorzone 1836), da anni domiciliato in Borno, fu incaricato di “pitturare il quadrante del rolojo” pubblico ricollocato sulla torre, rinnovato nella cassa e nei meccanismi dal fabbro ferraio Giovanni Agostino Lascioli (Capo di Ponte 1789-ivi 1836).

Una decina di anni dopo, tra il 1835 e il 1837, vennero ultimati i lavori di globale sistemazione del sagrato, già avviati ad inizio Ottocento con il generale spianamento e la selciatura a “rizzo” dell’intera area (trasferito altrove il cimitero che qui sorgeva precedentemente), completati a cura del tagliapietre Antonio Polonioli di Cimbergo con il “rifacimento della scala” di accesso e la “fattura di due piramidi per li pilastrini”, armonico ed elegante complesso architettonico (recentemente restaurato) realizzato nel 1805 dagli scalpellini di origine comasca Giovanni Antonio, Luigi e Giuseppe Novi, abitanti ad Artogne, probabilmente autori anche della sottostante fontana monumentale della piazza.

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Credo nella risurrezione della carne e nella vita eterna

Ecco l'ultima meditazione che don Angelo ci ha proposto durante le celebrazioni del Triduo dei Morti (11-12-13 febbraio)

Don Angelo
Corti
Curato a Borno
dal 1994 al 2002

Ci introduciamo in questa terza e ultima serata del nostro Triduo dei morti facendo memoria delle parole che il nostro patrono San Giovanni Battista rivolge ai suoi discepoli: «Vedendo Gesù venire verso di lui disse ai suoi discepoli: “Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”, ed essi seguirono Gesù».

Perché, cari amici, i discepoli di Giovanni Battista lasciano il loro maestro e seguono Gesù? Perché Giovanni Battista invita, esorta i suoi discepoli a seguire Gesù? Perché Giovanni Battista pur essendo il “più grande dei profeti” ha la coscienza e consapevolezza di non essere il Messia, lui non ha il potere di togliere i peccati del mondo, lui non ha il potere di vincere la morte. Per questo motivo invita a seguire colui che ha il potere di vincere il peccato e la morte, il potere di dare la Vita Eterna.

DALLA PRIMA LETTERA DI SAN PAOLO AI CORINZI – L’apostolo Paolo annuncia alla comunità di Corinto, e anche a noi, un grande mistero. E noi siamo qui questa sera per lasciarci affascinare e sedurre dalla bellezza e dalla ricchezza del mistero. Ma in cosa consiste questo mistero? È il mistero di ciò che diventeremo …
- Ma tutti saremo trasformati… Proprio nel Prefazio dei defunti ci viene ricordato: «Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta ma trasformata». Però, in quei momenti, mentre con gli occhi lucidi e pieni di lacrime guardiamo la bara che racchiude il corpo di una persona cara, ci è difficile comprendere queste parole di speranza. Eppure è proprio così cari amici: la vita non ci è tolta ma trasformata in meglio, in perfezione.
- I morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati… Anche se la morte ci fa paura, comprendiamo che la vita per avere senso ha bisogno della morte, diversamente cosa sarebbe questo corpo destinato ad invecchiare, se ne abbiamo la fortuna e la grazia, destinato a perdere tutto: bellezza, energia… Eppure ci è difficile comprendere che proprio nella morte il nostro corpo troverà la sua pienezza, perché colui che ha vinto la morte, ha il potere di vincere anche la nostra morte e il potere di trasformare questo povero e misero corpo in gloria per l’eternità. Mentre viene incensato un corpo e viene consegnato al riposo, proprio in quel momento ci viene ricordato che il nostro corpo risorgerà non più come carne ma come entità spirituale che non conoscerà più il declino e il limite della fine perché reso immortale.
- È necessario che questo corpo mortale si vesta di immortalità… Proprio nel Battesimo il nostro corpo si è rivestito di immortalità, accogliendo il dono grande della fede nella vita eterna e nella risurrezione della carne. Riscopriamo il dono e la ricchezza del Battesimo e dell’Unzione Crismale.
- Dov’è o morte la tua vittoria? Difronte alla fede nella Risurrezione della carne e nella Vita Eterna la morte ha perso la sua battaglia, la morte è stata annientata, la morte è stata vinta per sempre. Questa è la notizia che sconvolge ogni logica di vita, ogni negatività. Eppure Gesù stesso nel Vangelo si pone la domanda: «Ma il Figlio dell’Uomo troverà ancora la fede sulla terra?». Mi piace far risuonare la risposta data dal grande Papa Benedetto XVI: «Si il Signore troverà ancora la fede sulla terra». E la nostra presenza, questa sera è dettata da questa fede nella risurrezione e nella Vita Eterna, nella quale i nostri morti sono entrati e al termine del nostro cammino anche noi varcheremo la soglia dell’eternità e non la soglia dello squallido e povero nulla esistenziale oltre la vita terrena.

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DAL SALMO 26 – Ora, facciamo nostre le parole del salmista.
- Il Signore è mia luce e mia salvezza… Nella gioia e nel dolore abbiamo bisogno di questa luce. Nella gioia perché sia piena e non si perda nel nulla. Nel dolore perché anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale e grazie a questa luce si comprende che pure la sofferenza avrà fine. Dopo le tre del pomeriggio ogni croce viene smantellata perché, grazie alla fede, ogni sofferenza trova la sua fine, perché l’Uomo della croce ha vinto la morte anche per noi.
- Una cosa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita… Si, Gesù, ogni giorno ti rivolgo questa preghiera e questa supplicava: voglio abitare nella tua casa per raggiungere, per incontrare Te, la Tua Mamma, la mia mamma, il mio papà, i miei figli, per rincontrare tutti coloro ai quali abbiamo voluto bene e che la morte ci ha portato via per sempre dai nostri occhi, dal nostro abbraccio ma non dal nostro cuore.

DAL VANGELO DI GIOVANNI – L’evangelista ci invita a saper prendere su di noi gli atteggiamenti umani di Maria di Magdala e, se ci pensiamo bene, i suoi sono anche i nostri sentimenti verso chi non c’è più e che ha lasciato orfano il nostro cuore e vuota la nostra casa.
- Si recò al sepolcro di buon mattino, quando era ancora buio… Ciò che fa Maria di Magdala è comune a tutti coloro che, trovandosi la casa vuota, istintivamente vanno al cimitero a trovare chi ha lasciato nel loro cuore l’amore e l’affetto. Mestamente, a testa bassa, con gli occhi ricolmi di lacrime si varca il cancello e spesse volte da soli per non far vedere ai propri cari che si piange chi non c’è più.
- Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro… L’atteggiamento di Maria è anche il nostro, lo sguardo chino verso la tomba, una lacrima che segna il nostro viso, una mano che accarezza con tenerezza la fotografia, e due labbra che ancora baciano quella fronte e quel volto che la morte ci ha portato via… perché nessuna parola umana ci può consolare.
- Perché piangi? Chi cerchi?… Anche a noi può capitare di sentire una voce umana che in buona fede e per rompere il silenzio e l’angoscia ci dice. «Perché piangi?» Ci giriamo e senza proferire parole ci lasciamo avvolgere da un abbraccio e da una parola di conforto. Ma tutto questo non ci basta, ci fa piacere e poi mestamente ritorniamo alle nostre case dove ogni angolo parla di ricordi.
- Gesù le disse: «Maria!»… Chi ti vuole bene ti chiama per nome e ne riconosci la voce. Così è capitato a Maria di Magdala di sentirsi chiamare per nome da colui che la morte gli ha portato via. Lui stesso riprendendosi la vita si ripresenta ai suoi occhi e in lei esplode la gioia, si riaccende ancora di più l’amore e l’affetto per il suo maestro.
- Rabbunì… che significa Maestro… «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre»… In Maria di Magdala esplode il desiderio più forte di abbracciare il suo Maestro. Chi di noi non vorrebbe anche per un solo momento riabbracciare l’affetto e l’amore che ci è stato portato via; chi di noi non vorrebbe sentire ancora la voce, il profumo di coloro che nonostante il tempo ci strappano lacrime e generano nostalgia; chi di noi non vorrebbe…

Ma proprio a lei viene affidato il compito più bello, il compito di riaccendere ciò che la morte in croce aveva spento: «Va dai miei fratelli e di loro che sono vivo e vivo in eterno e anche loro vivranno in eterno se in me crederanno».

Questa cari amici è la novità più bella di cui abbiamo bisogno oggi: credere fermamente nella vita eterna e nella risurrezione della carne. In queste due dimensioni i nostri cari defunti ci sono già in pienezza e a noi, che siamo in cammino, tendono la loro mano per abbracciarci, per coccolarci e per dirci ogni giorno: guarda che un giorno ci ritroveremo a vivere per sempre nel cuore dell’amore di Dio, uniti per sempre, vivi per sempre, felici per sempre.

Senza la fede nella risurrezione e nella vita eterna tutto diventa effimero, transitorio, tutto diventa vuoto, tutto diventa un non senso, perfino le cose più belle e significative perdono il loro valore e la loro importanza, perché come ci ricorda l’autore del libro del Qoelet: «Tutto è vanità!» Cristo è risorto ed è la risposta al nostro bisogno di infinito, perché Lui stesso ci ha preparato un posto nel cuore del Padre Suo con tutti i nostri cari.

Sia Lodato Gesù Cristo

Cuntomela Natale 2024


Il Natale dei nostri anziani

Fiorella
l'animatrice della RSA di Borno

L’animazione in una Rsa rappresenta un elemento importante del quotidiano perché, attraverso le molteplici attività, si consente all’ospite di sentirsi parte della struttura e in comunità; siamo una famiglia, ci scambiamo idee, consigli e anche desideri o preoccupazioni.

La giornata viene riempita anche solo con il dialogo e l’ospite si sente meno solo.

Quest’anno, come da due anni a questa parte, prendiamo parte ad un progetto chiamato “Nipoti di Babbo Natale”: un progetto semplice e pieno di vita, per permettere all’anziano di vivere il momento del Natale anche con un po' di magia.

Consiste nel dare la possibilità a chi è meno fortunato, di esprimere un desiderio che può essere così realizzato da qualcuno che ha voglia di far felice un anziano… È importante non farli sentire soli.

Cuntomela Natale 2024

Tutto questo avviene tra ospite, “nipote” e animatrice che fa da tramite per realizzare tutto ciò.

È sempre un emozione vedere poi il regalo recapitato con tanto di biglietto d’auguri, poterlo aprire e riscoprire con l’ospite la magia di ricevere qualcosa solo per lui!

Il Natale in Rsa non è solo questo, è la compagnia, lo stare insieme, la preparazione degli addobbi, del presepe, cantare delle canzoni insieme.

Spesso si vede questa struttura con occhi diversi, ma bisognerebbe viverla appieno per capire che c’è sempre qualcosa da imparare da questi ospiti che, pur avendo i loro problemi fisici o cognitivi, ci fanno riflettere sul senso della vita e, come diciamo sempre qui, non importa l’aspetto estetico perché quello passa e la bellezza sfiorisce (questo lo dicono spesso i nostri ospiti) ma ciò che abbiamo dentro resta.

Ora che si sta avvicinando il Natale i giorni possono essere tristi per la mancanza e la lontananza della famiglia. Allora ancora di più noi dobbiamo essere presenti con il nostro affetto e, nel mio caso, coinvolgerli nelle proposte di animazione. A tal proposito va il mio ringraziamento ai volontari (pochi ma validissimi) che prestano il loro tempo nella struttura e hanno sempre parole dolci e un po' di pazzia da portarci.

Per questo Natale auguro a tutti voi tanta felicità e vi invito a passare a trovarci perché ci sono altre persone che vogliono poter raccontare qualcosa di sé.

Colgo l’occasione per augurare a tutti un buon Natale.

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La storia degli Angeli Custodi della Chiesetta di San Carlo

Sara Saviori

C’era una volta, in un piccolo paese di nome Ossimo Superiore, una collina che dominava la Vallecamonica. Su quella collina, nel XVII secolo, gli abitanti di questo paesino, molto devoti a S. Carlo Borromeo, costruirono una chiesetta in suo onore.

Per molto tempo la chiesetta fu luogo di culto e devozione, ma poi con il passare degli anni, cadde in disuso finché non fu sul punto di crollare a causa dell’incuria e delle infiltrazioni di acqua piovana.

La chiesetta restò quindi chiusa per molto tempo. Ma negli anni Ottanta dello scorso secolo il Gruppo Alpini di Ossimo Superiore decise di recuperarla e salvarla dalla rovina, restituendola agli abitanti del paesino che avrebbero potuto riprendere in tal modo a frequentarla. Da Allora gli Angeli Custodi della chiesetta furono gli Alpini di Ossimo Superiore, che si occuparono, nel corso degli anni, di mantenerla sempre in buono stato. Alla base della scalinata di accesso alla chiesetta negli Anni Novanta fu eretto anche un monumento dedicato agli Alpini andati avanti, l’Area della Memoria. Da allora, ogni anno ad agosto, si celebra la S. Messa in loro ricordo e viene deposto un mazzo di fiori in loro onore.

La forte grandinata del luglio del 2023 purtroppo distrusse il tetto della chiesetta e fu necessario intervenire al più presto per aggiustarlo e evitare che piovesse all’interno. Proprio in questi giorni sono iniziati i lavori di ripristino. Quale periodo migliore se non a novembre, quando ricorre la festa del Santo (il 4 Novembre). Essendo però la chiesetta raggiungibile solo attraverso due scalinate - una posta sul lato nord e una sul lato sud della collina - si è reso necessario ripristinare una strada di accesso per portare i materiali necessari per riparare il tetto.

Cuntomela Natale 2024

La strada parte da dietro la collina, sul lato che si affaccia sulla Valle, percorre il sentiero precedente, fino a raggiungere la curva della scalinata del lato sud e costeggiarla fino alla cima. Ma non è finita perché gli Alpini quando si mettono in campo si danno da fare fino in fondo, pertanto hanno deciso di portare anche l’acqua fino alla chiesetta. Infatti fino ad oggi ne era sprovvista e diventava un problema quando la chiesetta era da pulire, perché occorreva portarla a mano, per mezzo di bidoni o taniche, su per la scalinata. Accanto alla panchina a destra del portone quindi sorgerà una bella fontana dalla quale attingere acqua fresca.

E non è finita qui! Gli Alpini hanno deciso anche di ripristinare l’illuminazione esterna alla chiesa: due dei quattro faretti posti ai quattro angoli della chiesa sono stati recuperati e sono funzionanti, gli altri due purtroppo saranno da acquistare nuovi. Ma si sa che i cuori buoni e generosi si contagiano in fretta! Chissà che non venga contagiato qualcuno che decida di aiutare gli Alpini a sostenere le spese dei faretti? Tre faretti nuovi sono stati posizionati anche alla base del monumento dell’Area della Memoria, uno verde, uno bianco e uno rosso a simboleggiare il Tricolore da sempre esibito dal gruppo Alpini. E non solo, è stata anche rimessa in sesto la campana del piccolo campanile che si affaccia sulla valle (meglio nota agli abitanti di Ossimo Superiore come “La campanina di S. Carlo”) che si suona ancora a mano tirando una corda che scende in sagrestia.

Ma la solidarietà non si è fermata ai soli Alpini, come sempre la comunità si è resa partecipe nella realizzazione di questo progetto: nello specifico il comune ha sostenuto le spese per i materiali e l’Edil San Carlo ha messo a disposizione i macchinari per la costruzione della strada, inoltre hanno partecipato ai lavori anche altri volontari non facenti parte del gruppo Alpini.

Quindi grazie agli Alpini e a tutti gli altri volontari e benefattori ora si può accedere alla chiesetta con mezzi motorizzati (ma solo per necessità), chi pulisce la chiesa non dovrà più portare l’acqua a mano nei bidoni su per le scale e soprattutto la collina e la scalinata saranno illuminate (a fine agosto scendere dopo la messa del lunedì sera era difficile al buio).

La chiesetta di S. Carlo rimane chiusa durante l’anno e viene aperta solo in estate dove tutti i lunedì sera di luglio e agosto viene celebrata la messa.

Ma ci sarà un’occasione in più tra poco per vederla aperta: l’inaugurazione della strada nuova, della fontana e dell’illuminazione!

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Il nostro “Dream Team”

Eleonora Bonizzoni

Quest’anno alla scuola materna i bimbi avventurieri, diretti dalla ormai storica e amata maestra Daniela e felicemente accompagnati a tavola dalla cucina dell’intramontabile cuoca Giancarla, sono 12. Pochi e buoni! Cala il numero, ma non l’entusiasmo per le attività ordinarie e straordinarie che i nostri bimbi vivono attraverso l’esperienza di scuola materna.

Nell’anno scolastico da poco partito il tema del progetto educativo-didattico sarà la conoscenza del territorio e degli ambienti naturali che favoriscono la vita. La missione importante a cui bambini hanno detto sì, è la salvaguardia del Pianeta: azioni virtuose per un pianeta di cui avere cura. Speriamo che la loro recettività e il loro entusiasmo siano fortemente contagiosi!

Nonostante l’anno scolastico sia solo agli esordi, già due uscite sul territorio hanno visto i nostri curiosi apprendisti visitare luoghi che hanno aperto i loro orizzonti di esplorazione e conoscenza: prima alla Biblioteca di Ossimo, dove hanno ricevuto una splendida accoglienza e avuto modo di familiarizzare con il mondo dei libri in prestito; poi ai boschi del Giovetto, per visitare il bosco, le sue fattezze, la sua vegetazione.

Ed ora veniamo ai progetti attraverso i quali i bambini hanno avuto e avranno l’opportunità di accostarsi a figure competenti che li invitano ad esperienze stimolanti ed evolutive.

Grazie alla collaborazione con la Polisportiva di Ossimo, anche quest’anno Fiorenza Ceresetti propone un laboratorio, sui lunedì di tutto l’anno, di psicomotricità.

Cuntomela Natale 2024

A gennaio invece prenderà il la (è proprio il caso di dirlo) il Laboratorio di Musica improvvisata e pittura sonora con Yaya (Laurianne Langevin). Un ringraziamento caloroso va all’Associazione Dorotea che finanzierà il laboratorio.

Non possiamo dimenticare di condividere con voi il grande successo quest’anno della consueta castagnata. Diversi fattori l’hanno resa un’edizione straordinaria: le temperature miti, le giornate di sole e cielo terso, il calendario favorevole ad una tre giorni di vicinanza, castagne, fagioli, chiacchiere, torte, risate. È stato bellissimo vedere la cooperazione di molte famiglie in questa occasione che si è rivelata speciale anche per creare nuovi legami. Un successo vero, su ogni fronte!

Vi ricordiamo infine che, chiunque fosse interessato a ricevere informazioni sull’asilo per iscrivere i propri cuccioli il prossimo anno, durante il mese di dicembre potrà prendere appuntamento presso l’asilo per vedere gli spazi e fare domande sul suo funzionamento.

A gennaio si apriranno le iscrizioni per il prossimo anno scolastico e speriamo che a questo “Dream Team” si aggiungano nuovi bimbi e nuove famiglie.

Buon Natale a tutta la comunità!

Cuntomela Natale 2024
Cuntomela Natale 2024


Voci dalla Concarena…

Giacomo Scalvinoni

Guardando la locandina e pensando alla nostra Concarena, a noi Musicanti è venuto spontaneo pensare al filo conduttore che quest’anno ci avrebbe guidato nell’occasione di incontro che stavamo organizzando con gli amici coristi.

Dall’alto e con una vista spettacolare, l'intento è stato quello di fare arrivare al numero più ampio possibile di persone, dolci e preziose risonanze.

Siamo un gruppo giovane sì, ma deciso e forte, che ormai da 8 anni, grazie alla nostra Maestra Mascia,condivide con gli amanti del bel canto, dei gradevoli momenti di incontro canoro.

Quest’anno, nella bellissima chiesa parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso, abbiamo deciso di “abbracciare” gli Amici del Coro Valgrigna, dei caposaldi corali e gli Amici del Coro Made in a Smile che lieti hanno risposto al nostro invito. Abbiamo spaziato su diverse armonizzazioni canore, dai profondi Improvviso, Io resto quì, Cortesani, Neve non tocca, Stelutis Alpinis, Gerusalemme ad altri canti, certi di aver fatto arrivare a tutti dall’alto delle dolci arie, allietando i cuori in un bel pomeriggio d'autunno per gli uni, oppure facendo scattare in altri, si spera, quella scintilla che è scattata anche in noi, di lanciarsi nell’arte del canto.

Il primo obiettivo pare sia stato raggiunto, alla rassegna sono accorse molte persone, sia dalla Concarena che dai paesi limitrofi. È stato un piacevole momento di ritrovo e confronto, sia durante la rassegna, che dopo, durante un piccolo momento conviviale con mondole e vin brulè, dove la trasmissione di allegria e voce è proseguita fino a sera grazie anche alla collaborazione del Gruppo Alpini di Lozio.

Il secondo obiettivo è a lungo termine e qui lasciamo libero il sentiero che scende dalla Concarena a tutti coloro che volessero condividere una bella avventura canora e lanciarsi in una piacevole ascesa per sperimentare l’ebrezza di guardare dall’alto la bellezza della montagna e pensare che la propria voce, sapientemente miscelata, può arrivare e rasserenare sempre più persone, sempre una in più, e noi Musicanti siamo lieti di accoglierla.

Che dire? Ogni volta che questa magia si ripete è sempre un’emozione e siamo certi che anche il prossimo appuntamento canoro in cui avremo la fortuna di ritrovarci, sarà una nuova scoperta e un nuovo momento di crescita e condivisione.

Cogliamo altresì l'occasione, visto che siamo in prossimità delle feste di Natale, di augurare a tutti un buon Natale dall’alto della Concarena.

Amici tutti, se vorrete avere il piacere di ascoltarci, I Musicanti saranno presenti ad allietare la Santa Messa della vigilia di Natale a Laveno e nel Presepio Vivente, il giorno 5 gennaio, ambientato quest’anno nell’abitato della Frazione di Sommaprada di Lozio.

Vi aspettiamo numerosi.

Cuntomela Natale 2024


Notizie e auguri da Villa Mozart

Cari lettori,
siamo I vostri amici, ospiti di Villa Mozart e poiché il Santo Natale e il nuovo anno sono vicini, desideriamo darvi qualche notizia su come noi abbiamo passato quest’anno 2024.

È stato un anno difficile, con un mondo sconvolto da eventi terribili: le guerre, le ingiustizie, le indifferenze, gli omicidi di tanti innocenti provocate dai potenti, il cambiamento del clima causato dall'incuria degli uomini e dall'idea che niente, in fondo, ha valore fuorché i soldi, il potere e la posizione sociale. Chiediamo a Dio di avere compassione di noi, di perdonare le nostre debolezze, le nostre cattiverie e di dare finalmente un po' di pace a questa nostra terra.

Noi, qui a Lozio, siamo fortunati rispetto ad altri paesi, siamo stati risparmiati dalle forti inondazioni. Abbiamo avuto solo una frana che ci ha creato qualche problema per qualche giorno, ma in poco tempo tutto è stato ripristinato. Siamo stati fortunati anche perché i nostri preziosi operatori, nonostante le difficoltà a raggiungerci per la chiusura della strada, non ci hanno mai lasciati soli, sono sempre stati vicini con la loro assistenza continua e responsabile e le loro cure ed attenzioni e di questo li ringraziamo moltissimo.

Siamo molto grati anche al nostro parroco, don Paolo e a tutti i sacerdoti, che ci sono sempre molto vicini e ci nutrono spiritualmente.

Ogni martedì, grazie anche ad Angela, la nostra preziosa volontaria, ci ritroviamo per la recita del S. Rosario e la Santa Messa. È per noi un momento molto prezioso di condivisione della nostra fede.

Noi, come sempre, abbiamo continuato a fare le nostre attività sotto la guida della nostra bravissima animatrice, ora ci stiamo preparando per il Santo Natale con tanti lavoretti da regalare ai nostri parenti ed amici, nel contempo, impariamo tante nuove preghiere e canti per la grande Festa che, speriamo, sia serena e gioiosa.

Cuntomela Natale 2024

Durante questo anno abbiamo avuto la gradita sorpresa di ricevere la visita di suor Ester Zerla, originaria di Borno, ora suora missionaria in Brasile. È stata una visita breve ma proficua, ci ha raccomandato di accogliere con speranza nel nostro cuore Gesù, il nostro più grande Tesoro.

Domenica 6 ottobre l’Associazione culturale “I Musicanti” di Lozio ha organizzato, nella nostra bella Chiesa dedicata ai Santi Nazaro e Celso, uno splendido concerto intitolato “Voci della Concarena” con la partecipazione di altri due cori della Valle. Anche noi anziani abbiamo potuto partecipare, tutti hanno cantato magnificamente con splendide voci. Alla fine, tutti e tre i cori insieme, sotto la direzione della Maestra Mascia, hanno cantato la splendida preghiera di Bepi De Marzi “Signore delle cime”, dedicata a tutti i coristi defunti. È stato un momento molto commovente.

Quest'anno sono venuti a trovarci anche la Banda di Malegno e il Coro “Amici del canto” di Borno, formati anche da famigliari, nonni, genitori, figli e nipoti: questo ci ha molto commosso e rincuorato perché con l'odierna disgregazione delle famiglie, vederli cantare e suonare insieme è stato molto bello. “La famiglia umana ha smarrito la gioia della pace” dice Papa Francesco: preghiamo lo Spirito Santo perché scenda sulle nostre famiglie e porti pace e serenità a tutti.

In conclusione, inviamo a tutti voi i più fervidi auguri di Buon Natale e buon anno nuovo.

Un grande abbraccio.

Antonia Picinelli
(classe 1927)

Cuntomela Natale 2024


Venti anni in viaggio con il Centro Anziani

Cristian Ballarini

Traguardo importante quello raggiunto dal Centro Diurno Anziani di Lozio che, nel suo piccolo, non smette mai di organizzare eventi, momenti di aggregazione e gite annuali.

Come di consuetudine anche quest’anno abbiamo organizzato la nostra gita annuale, l’autunno il periodo più giusto per farla.

Gli anni di collaborazione con Adamello Express sono tanti ed eccoci a festeggiare il 20° anno insieme, in un tour di 2 giorni, in una Toscana insolita parte seconda.

Ebbene si, l’anno scorso abbiamo visitato Suvereto, Castagneto Carducci e Bolgheri, quindi toscana insolita parte prima. Nei giorni 19 e 20 ottobre 2024 la nostra Francesca Adamini ci ha fatto conoscere posti di nicchia: una Toscana dal fascino medievale, tra borghi, torri e alture dove le emozioni sono state tante.

Poppi, Stia ed Anghiari I 3 borghi ci hanno permesso di conoscere le tradizioni, la storia passata, i misteri di arte e cultura. Ed infine abbiamo assaporato prodotti e vini locali, in cornici e location da favola.

Tutto organizzato per il meglio, le guide sapientemente preparate hanno arricchito le nostre conoscenze creando collegamenti tra un borgo e l’altro: piazze e monumenti, chiese e castelli sono stati il filo conduttore.

Il nostro gruppo non era numeroso, ma fin da subito ci siamo trovati bene e soprattutto nei momenti conviviali, la spensieratezza e l’ allegria hanno prevalso.

Un grazie naturalmente al nostro Alessandro, l’autista amico che non può mancare nei nostri viaggi per la sua professionalità e bravura nella guida.

Grazie davvero a tutti, alla nostra Francy, all’agenzia Adamello Express e naturalmente a Cicci che ha sempre un occhio di riguardo per il Centro Anziani di Lozio.

Per chi volesse passare un paio di giorni in piacevole compagnia, l’invito è aperto a tutti per un prossimo tour autunnale 2025, sicuramente tutto da scoprire.

E se fate un giro a Laveno di Lozio, passate a trovarci, il centro e’ aperto il sabato sera dalle ore 20.00 alle 23.00 e la domenica pomeriggio dalle ore 14.00 alle ore 18.00… un buon caffé vi aspetta!

Se volete fare un regalo per l’imminente periodo natalizio, trovate anche oggetti realizzati a mano da artisti locali, dai ragazzi della Cooperativa Arcobaleno di Breno e tanto altro, pesca di beneficenza compresa. Passate a trovarci!

Cuntomela Natale 2024


Sulle tracce del Cammino
Santiago De Compostela 26 agosto - 3 settembre 2024

Carla Odelli

Tour lungo e pesante dal primo giorno: più di 1000 km, alleggerito però da Cicci che ci ha parlato del lungo e impegnativo viaggio dei pellegrini, cammino attraverso la storia e l’esperienza religiosa, compiuto per devozione verso questo luogo sacro. Ci ha pure anticipato le bellezze artistiche delle città che avremmo visitato. Quindi una giornata impegnativa sì, ma ricca di cultura. Benefica sosta per la colazione con brioches offerta da Cicci.

Lungo il percorso abbiamo visto la Costa Azzurra, Mentone, Montecarlo, Nizza, ritenuta la perla della Cote d’Azur, la torre di controllo dell’aeroporto di Nizza, Avignone, città dei papi… Sosta per un lauto e prelibato pic-nic.

Verso sera arrivo a TOLOSA con sistemazione nelle camere riservate in hotel, cena e partecipazione alla Santa Messa celebrata da Don Paolo.

Tolosa è il capoluogo della Regione della Linguadoca, vicino al confine spagnolo. Le costruzioni di molti edifici sono in mattoni di terracotta.

Al mattino, ore 7:00, partenza per la NAVARRA, regione del Nord della Spagna. La città più grande è PAMPLONA, nota per la corsa dei tori. È tappa importante lungo il cammino di Santiago. Non lontano dal valico pirenaico si trova RONCISVALLE famosa per la battaglia del 778 d.C., condotta da Carlo Magno, re dei Franchi, intenzionato ad ampliare il suo impero, ma qui avvenne la disfatta dell’esercito francese quando la retroguardia di Carlo Magno, comandata dal paladino Roland, fu attaccata e annientata dai Baschi, alleati degli arabi. Questo episodio bellico è ricordato dalle “Chansons des gestes” con il mito dell’eroe, il paladino che muore in battaglia. Complimenti a Cicci che la storia l’ha studiata di sicuro. Bravo!

Da Roncisvalle parte il cammino dei pellegrini per COMPOSTELA, segnato dai simboli: frecce gialle, simboliche conchiglie di San Giacomo, pietre miliari.

Passando per la Castiglia arriviamo a BURGOS, città caratterizzata da un’architettura medievale. Incontro con la guida. Il monumento più importante è la cattedrale di Santa Maria Vergine, le cui tre porte sono fiancheggiate da campanili decorati. È una cattedrale gotica spagnola. All’interno vi è la tomba di Rodrigo Diaz De Vivar, El Cid Campeador, signore di Valencia, e della moglie. Bellissima la cappella del Commissario con sculture in pietra calcarea bianca e la cappella della Purificazione, cattedrale dentro la cattedrale. Ammirevoli la sacrestia in legno di pero, il chiostro e il museo. L’altare è in legno dorato. La chiesa è in croce latina. Nel 1984 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Arriviamo a LÉON, antica tappa del cammino, ricca di monumenti, chiese e cattedrali, rinomate per l’architettura e il patrimonio artistico. Spicca la cattedrale de Léon, chiesa gotica del XIII Secolo, ricca di torri e di archi rampanti. Ha delle vetrate meravigliose, delle opere di Luca Della Robbia, il coro in legno di noce, il chiostro. La Basilica di s. Isidoro, in stile romanico, risale al X Secolo; è celebre per gli affreschi e le tombe reali. Altre chiese: San Gil, San Esteban…

Cuntomela Natale 2024

Il 29 agosto, entusiasti ed eccitati, partiamo per SANTIAGO DE COMPOSTELA, capoluogo della regione della Galizia. La città è famosa per essere la destinazione finale del Cammino, storico pellegrinaggio di origine medievale oltre che essere il presunto luogo di sepoltura dell’apostolo San Giacomo. Quelle che si credono siano le sue spoglie, giacciono all’interno della Cattedrale, consacrata nel 1211. La città è sede del Governo, luogo di peregrinazioni religiose di devoti provenienti da tutto il mondo e sede universitaria.

La cattedrale è la chiesa madre dell’arcidiocesi di Santiago, uno dei massimi santuari cattolici del mondo. È costruita in conci di pietra, stile romanico barocco con pianta a croce. La facciata è riccamente decorata con statue in pietra. La Porta Santa viene aperta solo negli Anni Santi. In questo luogo si respira un’atmosfera di pace e spiritualità. La cattedrale ospita una notevole collezione di opere d’arte: affreschi, dipinti e sculture, che raccontano la storia della Regione. Vi risiede una comunità di monaci che conservano la tradizione religiosa e culturale dell’abbazia. È un’importante attrazione turistica in quanto attira visitatori da tutto il mondo desiderosi, come noi, di ammirare la sua affascinante architettura e scoprire la sua storia secolare. La guida ci ha fatto visitare pure il Museo dei tesori con le reliquie, le tombe reali, l’archivio, il salone degli arazzi e il chiostro. Sostiamo in Praza Do Obradorio, con il Portico Della Gloria, capolavoro dell’architettura romanica-europea, fatto di granito e di marmo.

Santiago de Compostela e il famoso Cammino del pellegrinaggio sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità nel 1985. Nella vicina chiesetta di Santa Maria Salomé il nostro don ha celebrato la Santa Messa.

L’escursione guidata ci ha portato a CABO FINISTERRE, confine della terra. Qui finisce il Cammino di Santiago; vi si trova il faro e la pietra miliare del km 0 del Cammino. Si può individuare lo storico stivale di bronzo installato sulla scogliera a indicare la fine di tutte le fatiche del cammino. Qui pranzo luculliano.

Non poteva mancare la visita libera alla Cattedrale dell’assunzione di Maria Vergine in stile romanico-gotico del XIII secolo dove il don ha concelebrato la Santa Messa.

Cuntomela Natale 2024

A MONDONEDO, visita alla Cattedrale e Santa Messa. È un edifico a tre navate con volta a sesto acuto. È stata dichiarata monumento nazionale nel 1902. Papa Giovanni XXIII le ha concesso il 9 marzo 1959 il titolo di Basilica. Arrivati a OVIEDO, capoluogo delle Asturie, il 31 agosto, abbiamo con la guida visitato la città: fontana, chiesa di S. Francesco, Parco Pubblico, alcune statue in bronzo (in città ve ne sono 129), via Uria, chiesa di S. Giovanni, il teatro e la Cattedrale gotica con decorazione barocche nelle cappelle. Spettacolare la Camera Santa, nota come cappella di S. Michele, costruita per custodire i gioielli e le reliquie della cattedrale, tra cui il sudario di Cristo. Bello il chiostro.

Sistemazione in hotel progettato dall’architetto Calatrava, famoso anche per il Ponte della Costituzione di Venezia.

SANTILLANA DEL MAR si trova sulla costa Cantabrica, è una comunità autonoma. La città medievale è sorta attorno alla Collegiata di Santa Maria; caratteristiche le torri difensive e i palazzi in stile rinascimentale, arricchiti da stemmi signorili. È uno dei borghi più belli della Spagna. Lungo il percorso la guida ci ha mostrato l’esterno della Grotta di Altamira, ricca di dipinti preistorici, dichiarata Patrimonio dell’Umanità nel 1985. La collegiata affonda le sue origini in un monastero che risale all’870 e che custodiva secondo la tradizione le reliquie di Santa Juliana, da qui il nome del borgo. L’edificio presenta tre navate con cupola a crociera e tre absidi semicircolari. Bella la pala d’altare, interessante il chiostro.

Eccoci a BILBAO, città portuale, capitale dei Paesi Baschi, caratterizzata da un centro pieno di grattacieli. Giro panoramico in pullman: corso di 2 km, parco pubblico, palazzo Gaudì, funicolare, statua del Sacro Cuore, ponte Calatrava, porto, Chiesa di S. Michele, teatro…

Visita al famoso Museum Bilbao Guggenheim in titanio e vetro che mostra all’esterno famose sculture tra cui il cane di fiori alto 12 mt, il ragno in bronzo e acciaio di 9 mt, l’albero di 73 sfere in acciaio argentato. Museo non entusiasmante per me; mi è stato difficile capire e interpretare l’arte itinerante e permanente presente. Il museo è un capolavoro dell’architettura moderna, con linee inusuali e fantasiose, inaudite. Sono stati utilizzati per la costruzione diversi materiali: titanio, lamiere ondulate, leghe metalliche. La sagoma ricorda quella di una nave. Io ho visto solo il caos.

Arriviamo a SAN SEBASTIAN il 2 settembre. Cittadina aristocratica, località turistica sul Golfo di Biscaglia, visita della città con la guida. Ammiriamo i ponti di Maria Cristina e di Santa Catalina sul fiume Urumea, la statua degli abbracci, il palazzo di Maria Cristina in pietra arenaria, il teatro, il palazzo della provincia con un meraviglioso giardino, il palazzo Miramar, la baia con la spiaggia della Concha, la Cattedrale neogotica del Buon Pastore con bellissime vetrate. La città ha un turismo d’élite.

Passiamo il confine con PAU, città francese sui Pirenei. Qui pranziamo per poi proseguire il viaggio fino a MONTPELLIER. Passeggiata serale per il centro città con la guida del Don. Il nostro viaggio sta per finire. Eccoci nel PRINCIPATO DI MONACO, città stato. È il secondo stato più piccolo e più ricco del mondo, dietro soltanto alla città del Vaticano. È nota per i casinò di alta classe e per il prestigioso Gran premio automobilistico. Pranzo italiano. Proseguiamo il lungo viaggio per rientrare in Italia e arrivare in Valcamonica.

Tour molto ben riuscito e di grande soddisfazione anche per il bel tempo. Si è legato con tutti i partecipanti provenienti da altre parrocchie.

Grazie al nostro don Paolo soprannominato Don Google Maps da Clelia, per averci consentito di partecipare alla Santa Messa giornaliera e per le passeggiate serali. Grazie all’autista Alessandro per la sua professionalità, pazienza e disponibilità. Grazie a Cicci per la buona riuscita del Tour.

Alla prossima!

Cuntomela Natale 2024


Santa Maria di Campagna
Pellegrinaggio a Piacenza 11 ottobre 2024

Carla Odelli

La bellissima Chiesa fu edificata in sostituzione di un precedente oratorio e il nome deriva dalla sua posizione in aperta campagna. Si testimonia di una devozione per L’OLIO SACRO DEL POZZO dedicato ai santi martiri, pozzo che è stato teatro nel 303 della sepoltura di un gran numero di cadaveri di cristiani durante la persecuzione di Diocoleziano. Sorge presso le mura della città, nel piazzale delle crociate. Nel 1095 Papa Urbano II avrebbe preso la decisione di indire la prima crociata per la riconquista di Gerusalemme. L’evento è ricordato dalla dedicazione del Piazzale intitolato “PIAZZALE DELLE CROCIATE” posto davanti alla facciata della Basilica. La nuova Chiesa fu costruita a partire dal 1522 e completata nel 1528, per contenere il flusso sempre più in aumento di fedeli.

Al Santuario era particolarmente devoto il Duca di Parma e Piacenza Ranuccio I Farnese e duraturo è stato il rapporto tra la famiglia Farnese e la Chiesa. La pianta dell’edificio è a croce latina rovesciata realizzata in cotto semplice. Nel 1547 per volere del Duca Pierluigi Farnese la Chiesa venne affidata all’ordine dei Francescani Minori Osservanti che tutt’ora vi esercitano il loro ministero.

Luogo di culto cattolico, all’interno ospita numerose opere d’arte. Bellissime le cappelle di SANT’AGOSTINO e SAN GIORGIO che uccide il drago, capolavori dell’arte figurativa che rappresentano le due anime della Chiesa: quella trionfante (Sant’Agostino padre della Chiesa) e quella militante (San Giorgio).

Cappella della NATIVITÀ O DEI MAGI dove è mirabilmente raffigurata la natività e l’adorazione dei Magi.

Cappella di SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA con episodi della vita della Santa. Degni di nota gli OVALI con le eleganti SIBILLE e i riquadri con i PROFETI. La grande cupola è sorretta da quattro pilastri che sostengono le volte a botte, ornate a cassettoni, opera del Pordenone. È un capolavoro artistico del ‘500; presenta un ciclo pittorico molto ricco e complesso: i PROFETI annunciatori della salvezza d’Israele e di tutta l’umanità, le SIBILLE che appartengono al mondo pagano rappresentano l’attesa della Redenzione dal popolo eletto a tutta l’umanità: scene di storia sacra e di storia profana messe a confronto. Il tamburo della cupola è decorato con scene della vita di Maria e la glorificazione della Vergine.

Nel novembre 1954 Papa Pio XII l’ha elevata alla dignità di Basilica Minore.

Cuntomela Natale 2024

Ore 11:00 abbiamo partecipato alla celebrazione della Santa Messa in Basilica e dopo il pranzo con la guida ci siamo dedicati alla visita alla città.

Piacenza è un centro antichissimo e prima capitale del Ducato di Parma e Piacenza, prima colonia romana nell’Italia Settentrionale. Fiorì come centro commerciale sulla Via Emilia. Da qui passava la STRADA ROMANA.

La cristianizzazione della città avvenne anche per opera di Sant’Antonino, centurione romano ucciso durante il regno di Diocleziano, che divenne poi Patrono della città a cui venne dedicata la Cattedrale di Sant’Antonino.

Presso la Basilica, ci ha spiegato la guida, vennero firmati nel 1183 i preliminari della PACE DI COSTANZA.

Il Duomo, Cattedrale di Santa Maria e Santa Giustina, è il principale luogo di culto cattolico di Piacenza, Chiesa madre con la dignità di Basilica Minore. È in stile romanico con aggiunti elementi gotici.

La parte alta è sormontata da un corridoio a loggette; a sinistra vi è la PORTA DEL PARADISO da dove passavano i defunti al termine delle celebrazioni dei funerali, sorretta da due TELAMONI. L’interno è a croce latina con tre navate e tre campate. La cupola è affrescata con immagini di San Cristoforo, San Giorgio e Sant’ Antonino, la Madonna con il Bambino in trono tra San Giovanni Evangelista e San Giovanni Battista. L’altare polittico è in legno scolpito, dorato. Sotto la cella campanaria è sospesa una gabbia in ferro voluta da Ludovico Il Moro nel 1495, come deterrente per i malfattori dell’epoca. Un angelo di rame ruota in cima al campanile.

BASILICA DI SANT’ANTONINO, tappa dei pellegrini lungo la via Francigena, è in stile romanico, ha un campanile ottagonale, un bel chiostro e un ingresso detto PORTICO DEL PARADISO. Al suo interno vi sono le reliquie del Santo, martire cristiano.

BASILICA DI SAN FRANCESCO in PIAZZA CAVALLI, in stile gotico-lombardo. Sulla facciata si notano un rosone, una cuspide e alcune guglie.

Nella centrale PIAZZA CAVALLI sono presenti due statue equestri e il PALAZZO COMUNALE in stile gotico-medievale, simbolo della città. Le statue equestri sono dedicate a Ranuccio farnese e al padre Alessandro.

Sempre molto interessanti i pellegrinaggi.

Grazie Don!

Cuntomela Natale 2024


Il Consultorio saluta don Mario Bonomi

Il Consultorio Familiare G. Tovini di Breno saluta con affetto e gratitudine don Mario, Assistente Ecclesiastico per 15 anni, a partire dal 2009 quando venne nominato per il ruolo dal Vescovo di Brescia, contestualmente alla nomina come Parroco di Sellero.

È bene ricordare che il Consultorio, in base all’articolo 6 dello Statuto Sociale, ha come Soci di diritto il Vescovo Ordinario della Diocesi di Brescia, i Vicari delle 4 zone pastorali della Vallecamonica e, appunto, l’Assistente Ecclesiastico di nomina Vescovile.

Nei quasi trent’anni di vita del Consultorio, don Mario è stato il secondo a ricoprire l’incarico di Assistente Ecclesiastico, succedendo a don Paolo Ravarini, che del Consultorio Familiare è stato grande promotore e uno dei Soci fondatori.

Ricordo ancora molto bene un incontro con l’allora Vescovo ausiliario di Brescia Mons. Beschi. Tra i temi discussi vi era appunto la nomina del nuovo Assistente Ecclesiastico del Consultorio a seguito del trasferimento di don Paolo. Come Presidente, rappresentai a Mons. Beschi la preoccupazione dei soci e del Consiglio Direttivo per la sostituzione: non è mai bello fare confronti, ma era davvero difficile immaginare un Consultorio senza una figura come don Paolo. Mons. Beschi mi rispose serafico: “sono sicuro che sarete contenti”.

Ho avuto occasione di confermarlo in più occasioni, anche allo stesso Mons. Beschi, e lo confermo ora: siamo stati molto contenti. La presenza di don Mario all’interno del Consultorio è stata continua, sempre discreta, ma molto attenta. La sua partecipazione alle riunioni dell’equipe dei consulenti, rispettosa, competente e proattiva, ha sempre aiutato a valutare le situazioni trattate e a cercare il bene per la persona e per la famiglia. Veramente un buon pastore capace anche di fornire ad ogni operatore puntuali e profonde riflessioni etico-spirituali.

Infine, mi è difficile pensare ad un’occasione in cui io abbia visto don Mario non sorridente e rassicurante, anche nei momenti più difficili per il nostro Consultorio, sia dal punto di vista dell’attività sia da quello gestionale.

In Consultorio, siamo certi che il lavoro svolto da don Mario e i suoi insegnamenti continueranno a dare frutto per molti anni a venire.

A don Mario, auguriamo il meglio per le prossime tappe del suo cammino. A Breno, saremo sempre felici di accoglierlo quando vorrà tornare a salutarci.

Il Presidente
Faustino Testini

Cuntomela Natale 2024


Battesimi

PERCHÉ BATTEZZARE I BAMBINI? Un atto di fiducia
Bisogna, a mio avviso, partire dal desiderio di bene che nutre ogni padre e madre nei confronti del proprio figlio. Non desidera forse un genitore per i propri figli il massimo del bene possibile? Non è disposto a sostenere ogni genere di sacrificio pur di non lasciar loro mancare ciò che li renderà felici?
Solo questa - a me pare - può essere la risposta alla nostra domanda, cioè solo se chi ha generato un figlio potrà dire in tutta sincerità: "Il Battesimo è un bene per mio figlio e io non voglio che ne sia privato, ma anzi desidero che da subito lo riceva."
Forse questo stesso genitore dovrà aggiungere con umiltà: "Non so bene che cosa accadrà quando mio figlio riceverà il Battesimo, ma so che accadrà qualcosa di importante". Potrebbe essere sufficiente. È un atto di fiducia.

+ vescovo Pierantonio
[dalla Lettera pastorale pagg. 97-98]

Borno___

Filippo Gabossi di Enrico e Chiara Mazzoli - Borno 27 luglio 2024

Mia Ballarini di Simone e Federica Ocera - Borno 28 luglio 2024

Cuntomela Natale 2024

Claudia Zanaglio di Lorenzo e Chiara Zigliani - Borno 3 agosto 2024

Victoria Gheza di Paolo e Silvia Belotti - Borno 1 settembre 2024

Angelica Ponzoni di Claudio e Marianna Arici - Borno 15 settembre 2024

Daniel Miorini di Franco e Chiara Blanchetti - Borno 13 ottobre 2024

Cuntomela Natale 2024

Ossimo Inf.___

Valentina Isonni di Danilo e Laura Mensi - Ossimo Inf. 28 luglio 2024

Gabriele Lumina di Enrico e Sabrina Isonni - Ossimo Inf. 4 agosto 2024

Sole Mendeni di Giorgio e Cristina Gheza - Ossimo Inf. 20 ottobre 2024

Ossimo Sup.___

Davide Tosa di Nicola e Manuela Magrini - Ossimo Sup. 15 settembre 2024

Cuntomela Natale 2024


Prepararsi alla vita...

Chiara Bonetti Laurea in Economia commercio estero e turismo

Alessia Bertoni Laurea in Grafica

Francesca Fiora Laurea in Scienze e Tecniche psicologiche

Paola Comensoli Laurea in Infermieristica

Cuntomela Natale 2024

Silvia Girelli Laurea magistrale in Lingue e letterature moderne

Sofia Gheza Laurea in Business and economics

Francesco Zerla Laurea in Infermieristica

Sara Zerla Laurea in Infermieristica

Cuntomela Natale 2024


Matrimoni

Simona Gheza e Marco Martinelli Borno 8 settembre 2024

Amanda Poma e Cristiano Cavezzan Borno 28 settembre 2024

Agnese Zani e Davide Mognol Ossimo Inf. 19 ottobre 2024

Cuntomela Natale 2024


Morti in Cristo

Borno___

Serafino Davare 22 mag 1935 + 17 ago 2024

Lucia Zanaglio 22 lug 1934 + 18 ago 2024

Giovanni Gheza (Pane) 26 ott 1934 + 29 ago 2024

Angelo Mandriano 6 dic 1940 + 12 set 2024

Grazia Arici 4 mar 1947 + 17 set 2024

Lucia Ghitti 8 nov 1931 + 17 set 2024

Antonio Pedrotti 1 dic 1964 + 13 ott 2024

Maria Gavizzoli 24 mar 1947 + 21 ott 2024

Cuntomela Natale 2024

Borno___

Domenica Rivadossi 23 mag 1962 + 25 ott 2024

Caterina Gasparini 14 ott 1940 + 28 ott 2024

Giacomina Gheza 21 feb 1939 + 4 nov 2024

Anna Maria Gheza 28 dic 1935 + 5 nov 2024

Caterina Rossini 23 ago 1947 + 8 nov 2024

Giambattista Gheza 1 apr 1962 + 9 nov 2024

Hélène de Prittwitz Zaleski 9 giu 1945 + 17 nov 2024

Franca Giovanna Andreoli (a Follonica - GR) 18 nov 1953 + 25 nov 2024

Cuntomela Natale 2024

Borno___

Margherita Arici 17 ago 1930 + 28 nov 2024

p. Piergiuseppe Mazzoli (veniva in vacanza a Borno, paese della sua mamma) Pisogne 31 ott 1938 + Rocchetta Ligure 20 nov 2023

Ossimo Inf.___

Bruno Vittorio Franzoni 26 mar 1942 + 15 ago 2024

Ion Tudor 21 set 1941 + 19 ago 2024

Ossimo Sup.___

Pierluigi Viganò 7 dic 1951 + 2 ago 2024

Lozio___

Assuntina Piccinelli 5 giu 1930 + 4 set 2024

Anna Ancilla Ballarini 11 feb 1939 + 22 ott 2024

Giacomina Vanoli 7 mag 1939 + 28 nov 2024

Cuntomela Natale 2024


In ricordo di Peppino Fiora...

Peppino Fiora 17 gennaio 1923 + 12 agosto 2006

Giuseppe Fiora, per tutti i bornesi "Peppino" è stato una figura importante per il nostro paese. Guardiaboschi per un'intera vita, conosceva tutti i sentieri più nascosti delle nostre montagne, tutti i confini anche laddove, forse, nemmeno un cippo o una pianta facevano da riferimento.
Prima, in gioventù, Peppino ha conosciuto la deportazione in Germania, i soprusi dei campi in cui è stato internato, il sapore acre della guerra vissuta da vicino.
Ma sotto quei beffetti ha sempre conservato un sorriso delicato e accogliente - di cui ne conservo chiaramente memoria - quello di un uomo buono, pacato, lavoratore. Forse anche per queste sue doti è stato a lungo designato fabbricere della parrocchia: un servizio prezioso di cui non è possibile dimenticarsi.
In occasione delle celebrazioni del 4 Novembre, a Cedegolo, Peppino è stato insignito dal presidente della Repubblica della Medaglia d'onore "conferita ai cittadini italiani vittime delle deportazioni e degli internamenti nel corso della seconda guerra mondiale".
Un orgoglio per i figli Claudio - che dal padre ha ereditato la passione per la nostre montagne e tutta la sua preziosa conoscenza - e per Maria, che ha sempre avuto un debole per il suo papà e che lo ha con amore e dedizione accompagnato nell'ultimo tratto della sua vita. Anche Andrea, siamo certi, si sarà inorgoglito da lassù...
Profonda la gratitudine della nostra comunità che con gioia ha voluto condividere su Cüntòmela il ricordo del caro, indimenticato Peppino!

Emilia

Cuntomela Natale 2024

... e di Faustino Sanzogni

Faustino Sanzogni 12 febbraio 1915 + 22 novembre 1977

Sanzogni Faustino, nato il 12 febbraio 1915, a Borno (BS) da padre Sanzogni Faustino e madre Rivadossi Maria. Fu prigioniero di guerra dei tedeschi in Germania dal 12 settembre 1943 fino al 8 maggio 1945 (dove durante un bombardamento rimase ferito e senza cure per sette mesi su una panca di legno, mangiando bucce di patate) e successivamente trattenuto dalle FF.AA. alleate fino al 30 ottobre 1945.

Nel trasporto verso il campo di concentramento, i soldati prigionieri rimasero per 7 giorni in un vagone bestiame senza magiare e bere. Per quanto riguarda la vita di prigionia, i figli ci dicono che non ne volesse parlare, come se volesse dimenticare le atrocità viste in quei due anni.

Due campagne di guerra 1940 Battaglione Edolo - 1941 Battaglione Vestone (Divisione Julia)

Campagna di Francia e Grecia.

Tre campagne di guerra del 1943 - 1944 - 1945

Cuntomela Natale 2024


Cuntomela Natale 2024 Cuntomela Natale 2024 Cuntomela Natale 2024

Cüntómela
Natale 2024

machina del triduo
"Machina" del Triduo dei Defunti

Frugando nel Sacco
Frugando nel Sacco

casa delle suoreCasa vacanze a Borno

casa sant`anna a palineCasa vacanze a Paline

casa vacanze a lozioCasa vacanze a Villa di Lozio

Chiesa  di s. Antonio Borno
Chiesa di s. Antonio


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